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Maxi sequestro a Lamezia Terme lo scorso 12 febbraio. Nel mirino dei militari un capannone industriale trasformato abusivamente in centro di autodemolizione e un’area adiacente di circa 6000 metri quadrati, dove erano accumulati illegalmente enormi quantità di rifiuti meccanici.
L’area all’aperto, di proprietà comunale e soggetta a vincoli paesaggistici e idrogeologici, era occupata senza alcun titolo. Durante i controlli mirati alla gestione dei pezzi di ricambio e delle componenti meccaniche, i Carabinieri Forestali di Lamezia Terme e San Vito sullo Ionio, sotto il coordinamento del NIPAAF di Catanzaro, hanno rinvenuto motori con oli esausti, carcasse di veicoli fuori uso, pneumatici, plastica e legno, tutti accatastati direttamente sul terreno, esposti alle intemperie e senza alcuna autorizzazione ambientale. Ma non è tutto.
Proseguendo le verifiche fino a tarda sera, i militari hanno scoperto un allacciamento abusivo alla rete elettrica pubblica, grazie a dispositivi fraudolenti – anch’essi sequestrati – che consentivano di sottrarre energia per alimentare non solo l’attività illecita, ma anche un’abitazione privata vicina.
Il danno economico? Stimato in ben 16.000 euro. A finire nei guai sono due persone, padre e figlio, quest’ultimo titolare di un’attività di soccorso stradale. Entrambi sono stati denunciati a piede libero e dovranno rispondere di reati pesanti: furto aggravato di energia elettrica, gestione illecita di rifiuti e occupazione abusiva di suolo pubblico in area vincolata.
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