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Estorsioni e summit di ’ndrangheta a Petilia Policastro, definitive 7 condanne NOMI

La sentenza della Cassazione al processo scaturito dall’inchiesta “Eleo”. Otto anni a Curcio definito il reggente del clan che si era riorganizzato

Dai riti di affiliazione per arruolare nuove leve tra le fila del clan ai summit di 'ndrangheta; dalla disponibilità di armi alle estorsioni ai danni degli imprenditori. Così la cosca di Petilia Policastro, che allungava i suoi tentacoli fino a Cotronei ed alle propaggini silane, aveva affermato la sua «forza intimidatrice» sulle aree di riferimento. Adesso ne è convinta anche la Cassazione. La quinta sezione penale della Suprema Corte, rigettando i ricorsi presentati dalle difese degli imputati, l'altra sera ha infatti reso definitive le sette condanne che il 18 dicembre 2023 vennero inflitte dalla Corte d'assise d'Appello di Catanzaro nell'ambito del processo, che in primo grado si svolse col rito abbreviato, nato dall'inchiesta "Eleo" della Dda. L'operazione, scattata il 15 gennaio 2021 con 12 fermi eseguiti dai carabinieri, disarticolò la 'ndrina petilina che s'era riorganizzata sotto la reggenza di Rosario Curcio, detto "Pilurussu", dopo gli arresti messi a segno negli anni passati.

In conseguenza della decisione degli “ermellini” sono diventate definitive le condanne di Rosario Curcio ad 8 anni e 8 mesi di carcere; Diego Garofalo (10 anni); Giuseppe Garofalo (8 anni e 8 mesi); Mario Garofalo (10 anni); Tommaso Rizzuti, (10 anni); Antonio Grano (5 anni e 4 mesi); e Giacinto Castagnino (8 anni).

 

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