
Impianti sottodimensionati, assenti o mai messi in funzione: è questo il quadro che si delinea nel Vibonese in tema di depurazione, argomento che torna prepotentemente alla ribalta in vista della stagione estiva.
Il tema è stato portato anche all’attenzione delle istituzioni, in primis della prefetta Anna Aurora Colosimo, nel corso degli incontri con i sindaci dei vari centri del Vibonese. E si sta provando, in tutti i modi, di risolvere le complesse questioni che riguardano molti comuni. Occhi puntati su Sant’Onofrio, dove il sito in cui è ubicato l’impianto di depurazione è sottoposto a sequestro 4 anni fa perché non sicuro. L’attenzione sulla questione è stata sollevata dal consigliere comunale Giuseppe Alibrandi, che ha recentemente interrogato l’Amministrazione. In particolare, Alibrandi ha chiesto di conoscere se l’area è ancora sottoposta a sequestro ed a che punto è lo stato dell’arte dei lavori di messa in sicurezza del versante e di demolizione del vecchio depuratore, da sostituire con un nuovo impianto: interventi finanziati dal Ministero dell’Interno per oltre 2milioni di euro. «Vi sono ancora i sigilli al sito – ha affermato il vicesindaco, Pietro Francesco Lopreiato - ma sono in corso le procedure di dissequestro. Le opere non risultano ancora ultimate, parte dei lavori per la sistemazione del costone è ferma; è necessario procedere allo svuotamento delle vasche dei fanghi, operazione che deve essere effettuata da ditte specializzate e deve essere programmata con perizia di variante». Lopreiato, comunque, ha rassicurato: «Il fermo dei lavori non impedisce il funzionamento del depuratore, che è stato avviato nel 2023».

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