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La lotta contro l'evasione tributaria inizia a produrre effetti tangibili, con misure drastiche adottate dall'ufficio Suap del Comune nei confronti di chi non rispetta gli obblighi fiscali. È il caso di un ristoratore che si è visto chiudere il proprio locale a causa di un debito accumulato, maturato dal 2018 e di circa 50mila euro, nei confronti dell'Ente, in particolare per mancato versamento della Tari.
L’atto di revoca delle autorizzazioni per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande e contestuale ordinanza di chiusura dell’attività per evasione dei tributi locali è stato notificato, e se non adempirà in questi giorni, si vedrà apporre i sigilli e sarà deferito all'autorità giudiziaria. Parallelamente, ha comunque la possibilità di presentare ricorso al Tar. La chiusura del locale scaturisce dopo un lungo iter di comunicazioni e tentativi di risoluzione: nonostante le convocazioni, l'avvio del procedimento e un'ordinanza di sospensione dell'attività, il ristoratore non si è mai presentato in Comune per cercare una soluzione. Da qui la decadenza delle autorizzazioni e l’ordinanza di chiusura; misure che hanno carattere preventivo, a sostegno del controllo dell'evasione.
Il Municipio ha infatti il diritto di sospendere l'attività in caso di irregolarità tributaria e parimenti di revocarne le autorizzazioni. Già nel luglio 2023, l'Amministrazione gli aveva concesso 2 mesi per sanare la posizione; e, nell'aprile 2024, era stata disposta l'immediata sospensione dell'attività e concesso un ulteriore periodo di 3 mesi. Tuttavia, anche l'ultima convocazione, avvenuta il 27 gennaio, è andata deserta. Pertanto l'Ente ha attivato misure concrete, anche nel rispetto agli altri esercenti che, seppur tra le tante difficoltà, sono regolari nei pagamenti o hanno almeno attivato il piano di rientro.
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