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Pazienti ammassati ovunque, su lettighe, sedie e carrozzelle disposte perfino nei bagni; ambulanze bloccate perché non possono sbarellare i pazienti; medici, infermieri e operatori socio-sanitari sfiniti. È questa la preoccupante situazione che si sta vivendo in Pronto soccorso dell’ospedale Jazzolino, andato di nuovo in tilt nelle ultime ore. Le cause sono essenzialmente due: la mancanza di posti letto nei reparti e la carenza di organico. Decine di pazienti sono in attesa di ricovero da giorni: i reparti sono al limite della capienza, mentre i flussi nell’Emergenza-urgenza sono continui. L’esasperazione dei familiari dei malati è tanta.
«Mia mamma è arrivata qui in Pronto soccorso venerdì – ha raccontato ieri mattina una signora – a seguito di una caduta. Ha bisogno di essere ricoverata in medicina per accertamenti approfonditi, ma in reparto non c’è posto. È ancora su una barella, accampata in corridoio: una sistemazione precaria e pericolosa; devo essere io puntualmente a mantenerla in posizione, per evitare che cada dalla lettiga. C’è pochissimo personale e si trova in grossa difficoltà nel gestire l’elevato numero di pazienti in attesa».
Ancor peggio per un paziente di Pizzo, i cui figli hanno tuonato: «È una situazione da Terzo mondo, stiamo assistendo all’assurdo, nemmeno fossimo in guerra. Nostro padre è in attesa da giorni su una piccola lettiga: ha una polmonite bilaterale, ma ancora non è stato sottoposto a terapia alcuna. Non ci sono farmaci e mancano pure i dispositivi più banali. Basti pensare che non ci sono nemmeno i termometri: alla fine ne abbiamo portato noi uno da casa».
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