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Omicidi ed estorsioni dei clan del Vibonese, sono in 20 a rischiare il processo I NOMI

Inizierà il prossimo 14 marzo l’udienza preliminare a carico di 20 indagati coinvolti nell’inchiesta “Portosalvo” con cui la Dda di Catanzaro ritiene di aver fatto luce su una lunga scia di sangue che ha coinvolto i clan vibonesi dei Piscopisani, dei Mancuso e dei Tripodi. Gli indagati dovranno comparire davanti al gup Piero Agosteo nel palazzo di giustizia di Catanzaro. Lungo l’elenco delle parti offese individuate dalla Procura che potranno costituirsi come parti civili nel procedimento. C’è la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia e i Comuni di Piscopio e Vibo Valentia. Ci sono poi gli imprenditori e le aziende che hanno subito estorsioni e danneggiamenti, e poi i parenti delle vittime della cruenta guerra per il controllo del territorio. Queste le persone che rischiano di finire a processo: Francesco Alessandria, Francesco Barba, Rosario Battaglia, Giuseppe Comito (collaboratore di giustizia), Angelo David, Stefano Farfaglia, Nazzareno Felice, Nicola Figliuzzi (collaboratore di giustizia), Rosario Fiorillo, Michele Fiorillo, Gregorio Gasparro, Pantaleone Mancuso alias “Luni Scarpuni”, Renato Marziano (collaboratore di giustizia), Raffaele Moscato (collaboratore di giustizia), Giuseppe Patania, Salvatore Patania, Saverio Patania, Nazzareno Patania, Francesco Antonino Staropoli e Salvatore Tripodi.
Il sostituto procuratore Andrea Giuseppe Buzzelli contesta sei omicidi, tre tentati omicidi, l’associazione per delinquere legata alla locale di Porto Salvo, estorsioni, occultamento di cadavere, detenzione illegale di armi, ricettazione.

 

 

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