Inchiesta Clean Money a Catanzaro, la rete di insospettabili al servizio del clan dei Gaglianesi
Un politico pagato per dare soffiate al clan, un commercialista capace di “nascondere” la provenienza illecita dei soldi, imprenditori a disposizione della cosca. Era anche questa la forza del Clan dei Gaglianesi secondo la ricostruzione effettuata dal sostituto procuratore Veronica Calcagno nell'inchiesta Clean Money che giovedì ha portato all'arresto di 22 persone. Agli atti dell'inchiesta è stato inserito un verbale rilasciato alla fine del 2023 dal collaboratore di giustizia Santino Mirarchi. Ex esponente della criminalità organizzata del quartiere Lido, Mirarchi dal 2016 ha intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia assumendosi la responsabilità di gravi fatti anche di sangue e svelando le dinamiche criminali del capoluogo calabrese. Nell'ultimo interrogatorio il pentito si sofferma sulla figura di un politico locale che avrebbe fatto molti favori a personaggi legati al clan. Esponenti di spicco dei Gaglianesi proprio grazie a questo rapporto privilegiato sarebbero venuti a conoscenza dei dettagli degli appalti pubblici prima ancora che venissero pubblicati i bandi di gara. Secondo il collaboratore non si sarebbe trattato di favori ma di un vero e proprio scambio perché per queste informazioni il politico sarebbe stato pagato. Lo stesso pubblico amministratore avrebbe garantito “soffiate” anche ad alcuni imprenditori della città. Un altro appoggio importante per l'associazione sarebbe stato rappresentato da un commercialista. Sarebbe stato proprio il professionista, secondo il racconto del collaboratore Mirarchi, ad aiutare l'organizzazione ad aprire società e gli avrebbe gestito tutte le pratiche con la Camera di commercio. Le parole del collaboratore avrebbero trovato anche alcuni primi parziali riscontri. In effetti i carabinieri annotano di aver seguito un esponente di primo piano del clan entrare nello studio del commercialista dove veniva fatto accomodare in una saletta più riservata.