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Catanzaro, il Tar del Lazio riapre la partita sulla sede della Soprintendenza

Cinque anni fa la decisione di spostare l’ufficio centrale a Crotone. Il Ministero avrà 60 giorni per fornire le motivazioni della scelta

Palazzo Alemanni a Catanzaro

Si torna a parlare della collocazione della sede legale della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone. A riaprire il tema, a più di cinque anni dalla decisione del Ministero della Cultura che ha collocato nella città pitagorica l’ufficio principale della Soprintendenza, è stato il Tar del Lazio. I giudici, riprendendo le fila del ricorso proposto nel 2020 dalla Provincia di Catanzaro, hanno infatti richiesto al Ministero un approfondimento documentale per comprendere le ragioni della decisione. Il Tar ha quindi assegnato un termine di sessanta giorni per produrre la documentazione richiesta, dopodiché si procederà alla decisione nel merito del ricorso.

Occorre riavvolgere il nastro della memoria per fare chiarezza sulla vicenda: il decreto ministeriale 21 del 2020 aveva individuato proprio in Crotone la sede principale della Sabap. Una scelta che fu contestata a più livelli, configurandosi, secondo la fazione catanzarese, come l’ennesimo scippo alla città capoluogo di regione. All’epoca, alla guida del Ministero c’era il dem Dario Franceschini, mentre tra gli scranni della maggioranza in Senato sedeva l’allora senatrice e archeologa crotonese del M5S, Margherita Corrado. Quest’ultima, assieme alla collega di partito e deputata Elisabetta Barbuto, aveva commentato aspramente la decisione del Comune di Catanzaro di ricorrere al Tar contro il decreto ministeriale.

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