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Catanzaro tra decoro urbano e turismo: imprenditori e professionisti tracciano il futuro della città

Un confronto costruttivo, a tratti provocatorio sul decoro urbano e sul turismo, tra imprenditori, esperti del settore, professionisti, ha animato il secondo incontro dei “Mercoledì del Caffe’ Imperiale” con una voce corale “contribuire a disegnare un nuovo volto alla città di Catanzaro”, passando dalle idee ad azioni concrete, creando alternative per una rinascita del capoluogo di regione, coadiuvando una claudicante Amministrazione comunale con una serie di progetti, che verranno stilati nero su bianco previa valutazione della loro fattibilità. L’obiettivo come ha riferito il padrone di casa l’imprenditore Francesco Chirillo “è quello di supportare il lavoro del Comune, unendo le forze per amore di una città che non merita di restare in un limbo perenne. Se qualche amministratore pensa che il Capodanno o il Carnevale sia andato bene, allora non si è reso conto della portata degli eventi messi in campo in altre città calabresi. Penso a Lamezia dove a Carnevale si è riversata tanta gente per un’intera settimana. E se a Catanzaro si pensa come programmare la stagione estiva, in altri comuni stanno organizzando il Natale 2025”.

La parola d’ordine è impegno da parte della società civile per uscire dall’apatia e dalla rassegnazione, dando il proprio contributo per recuperare la storia e la bellezza di una Catanzaro di altri tempi. “Voi come me vogliamo una città diversa- ha aggiunto l’imprenditore Domenico Raione-, una città che sorride, che cresce che fa business. Spero che tutti noi insieme investiamo in questo territorio per il futuro dei nostri figli per costruire un domani migliore e dobbiamo farlo rimboccandoci le maniche già da adesso, partendo dal decoro urbano. Vorrei si recuperassero quei parcheggi siti in tre posti diversi della città, non realizzati perché non pensati da chi avrebbe dovuto attuali, parliamo di una città con oltre mille anni di storia che ha l’esigenza di chiamare alla difesa dalle mura noi cittadini, proprio come nel 1528, per proteggerla da chi vuole usurparla. Ci dobbiamo ribellare, gli invasori sono quelli che non hanno avuto spazio nella via privata e si sono rifugiati nella politica. Credo negli uomini e credo che sia necessario riportare quell’ordine che un buon padre di famiglia deve mettere in campo per il proprio territorio. Noi catanzaresi siamo stati messi in minoranza, rispetto a Cosenza, siamo rimasti inermi a guardare e invece va ricreata una nuova classe politica, dobbiamo essere un virus che contamina tutti per crescere ancora di più all’interno del gruppo”. Occhi puntati sulla mobilità che rientra nel concetto di decoro urbano come ha spiegato l’ingegnere nel settore trasporti Vincenzo Italia, che pur riconoscendo a malincuore come questa regione sia Cosenza centrica, ha focalizzato il suo intervento sulla continuità territoriale, riconosciuta dalla Costituzione: “ma Catanzaro non sa nemmeno cosa significhi la continuità territoriale. Una città baricentrica di un grosso comprensorio costiero che va da Crotone a Roccella Jonica, che fino al 2012 ha potuto contare su una serie di collegamenti, adesso cancellati”. Ma per decoro urbano si intende anche altro come ha detto provocatoriamente Francesco Bianco presidente dell’Antica Congrega Tre colli: “E’ una questione di decoro urbano far candidare solo persone che hanno un reddito, perché sicuramente agirà per il bene della città”, proponendo una diversa collocazione dell’area in cui si muovono bus e calabrolucane, “mi riferisco alla perla di Parco Romani, avere un passaggio di autobus che ogni giorno rende quel tratto di strada centrale e strategico in balia delle onde non è una bella cosa, non è decoroso per questa citta”.

Gabriella Catastimeni, titolare di una struttura ricettiva nel quartiere Santa Maria ha parlato della mancanza di civiltà di molti cittadini della zona: “Ho taggato in un post sui social il sindaco e la Sieco perché siamo vittime di discariche abusive e quando chiamo i Vigili denunciando le carte, i rifiuti buttati a terra si arrabbiano pure, dovrebbero passeggiare di meno e fare più multe”.  Il segretario regionale della Uil comunicazioni ha esternato la difficoltà di dialogare con un’Amministrazione non sempre pronta all’ascolto: “Esiste un problema di decoro urbano strutturale in presenza di costruzioni e ristrutturazioni dove mancano indicazioni precise perché si eviti che ognuno proceda come vuole con riflessi estetici non proprio consoni e un decoro urbano collegato ad un problema sanitario, scendendo dalla città al quartiere Lido si trova di tutto in strada anche la frutta. Per la pulizia noi paghiamo la Sieco, il Comune paga un Rup e degli ingegneri che hanno il compito di verificare la buona esecuzione degli appalti. Ma da catanzaresi possiamo dire che fanno bene il loro lavoro? Poi esce il consigliere comunale sulla stampa e rende nota la pulizia di quella via, ma è un dovere, non un atto eroico”.

La problematica del decoro urbano è figlia del menefreghismo degli ultimi decenni, come ha sottolineato l’imprenditore Antonio Proscia: “Faccio un esempio di come si comportano gli Enti preposti ad attuare determinati lavori quando si tratta di fare qualcosa per Catanzaro, quello della106, 460 chilometri di strada da Taranto fino a Reggio Calabria, gli unici svincoli bui sono quelli di Catanzaro. Avrò fatto una trentina di telefonate all’Anas ma senza risultato, questo è il senso di decoro urbano di questa Amministrazione che non riesce a rapportarsi con il compartimento competente”.  E sul turismo secondo Proscia la medicina migliore è convincere i catanzaresi “che siamo nel posto più bello di Italia, l’istmo di Catanzaro è il punto più stretto di Italia e le città di Catanzaro e di Lamezia sono i territori dove più facilmente sono raggiungibili il Mar Tirreno e il Mar Ionio, l’unico posto di Italia dove ci troviamo ad attraversarlo con una altitudine massima di 250 metri sul livello del mare, mentre in tutto il resto della penisola italiana per passare da un versante ad un altro si deve attraversa un valico di almeno mille metri di altezza. Dobbiamo prendere coscienza e sponsorizzare il territorio che abbiamo, facendo decollare il marketing di destinazione al momento inesistente”. Tante altre le voci di professionisti come quella del consulente del lavoro Stefania Oliverio o dell’imprenditore Carlo miglio che credono fermamente nella necessità di dover valorizzare gli aspetti positivi che Catanzaro possiede: “Partiamo dalle cose belle che abbiamo e valorizziamole”.

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