Le problematiche ambientali si fanno sempre più pressanti e sempre più richiedono risposte urgenti ed efficaci. Quel che preoccupa, in una regione come la Calabria, con i suoi quasi 800 km di costa è il possibile innalzamento dei mari, per via dello scioglimento dei ghiacciai. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco) e la World Meteorological Organization (Wmo) hanno dichiarato il 2025 “Anno Internazionale della protezione dei ghiacciai” con l’obiettivo di evidenziare il ruolo vitale dei ghiacciai e sensibilizzare il mondo sulla drammatica fusione delle calotte glaciali e sui rischi per questi ecosistemi essenziali. Ad accendere i riflettori su questo tema è il geologo lametino Mario Pileggi che sollecita da sempre atteggiamenti virtuosi da parte delle Istituzioni e dei cittadini e lo fa offrendo dati e studi che indicano come sia necessario porre in essere scelte green. Per il geologo l’iniziativa Unesco-Wmo offre «un'importante opportunità per amministrazioni pubbliche, istituzioni scientifiche, organizzazioni private e società civile di promuovere attività volte a proteggere le coste, garantendo al contempo la sicurezza delle popolazioni e la conservazione del prezioso patrimonio storico-ambientale delle aree marine per le generazioni future». Inoltre, rappresenta un'occasione per «riflettere sul legame tra i rischi attuali e la storia glaciale di regioni costiere, come la Calabria, dove sono ancora visibili tracce lasciate dai ghiacciai. Dallo studio di queste testimonianze del passato alle minacce derivanti dall’innalzamento del mare, emerge un filo conduttore che collega le trasformazioni geologiche di ieri alle sfide climatiche di oggi». La riduzione dei ghiacciai sta avendo impatti globali, prosegue Pileggi, «dal 2000 la perdita di ghiaccio globale è aumentata di quasi il 50% rispetto ai decenni precedenti. Le Alpi hanno perso circa il 60% del volume glaciale rispetto al 1850 e potrebbero perdere l’80% entro il 2100. Secondo il Nuovo Catasto dei ghiacciai italiani, curato dal Comitato glaciologico italiano e dal Gruppo di ricerca glaciologia dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con il Cnr, negli ultimi 60 anni si è registrata una diminuzione del 30% della superficie glaciale, con una perdita di circa 200 km²».