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Cirò Marina, le confessioni di Aloe su Marincola: Cataldo è il capo di mezza Calabria

Le rivelazioni del “pentito” nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Pirillo

«Cataldo è u capu d'a mezza Calabria. Cataldo mo' s'a pijatu tuttu inta i mani iddu». A parlare, tra il dialetto e l'italiano, è il collaboratore di giustizia Gaetano Aloe, figlio del capobastone Nik Aloe ucciso nel 1987. Le parole pronunciate dal pentito in uno dei tanti interrogatori, sono finite nelle carte dell'inchiesta della Dda di Catanzaro che martedì ha portato i carabinieri ad arrestare 4 persone accusate di aver organizzato ed eseguito l'omicidio di Vincenzo Pirillo. Il reggente dell'epoca della cosca Farao-Marincola venne assassinato con 4 colpi di pistola il 5 agosto 2007 nel ristorante "Eko" di Cirò Marina nell'ambito di un regolamento di conti all'interno dello stesso clan. Per quell’episodio criminale sono finiti in carcere: Franco Cosentino, detto "Sazizza" (50 anni), Martino Cariati (44), Vito Castellano, alias "Ciccio" (60) e Palmiro Salvatore Siena (57).

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