
L’ondata di scosse che ha colpito il Catanzarese nei giorni scorsi ha riportato alla ribalta il tema della gestione dell’emergenza sismica e della prevenzione. La riunione convocata in Prefettura ha sottolineato l’urgenza di rispondere prontamente agli eventi, ma secondo gli esperti è necessario andare oltre la semplice reazione e puntare su una pianificazione accurata e continua.
“La riduzione del rischio non si limita alla risposta immediata”
Francesco De Pascale, ricercatore di Geografia, mette in guardia: “La Disaster Risk Reduction (DRR) non può limitarsi alla risposta immediata agli eventi, ma deve basarsi su una pianificazione preventiva e su un aggiornamento costante dei Piani di Protezione Civile in tempi di normalità”. L’approccio alla riduzione del rischio deve fondarsi sulla prevenzione, sulla conoscenza approfondita delle vulnerabilità territoriali e sull’adozione di misure concrete prima del verificarsi di eventi sismici. “Come indicato nei documenti internazionali sulla riduzione del rischio disastri, tra cui il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030, i piani di protezione civile devono essere costantemente aggiornati e testati con simulazioni, coinvolgendo cittadini e istituzioni locali, per garantire una risposta efficace e tempestiva” sottolinea De Pascale.
Prevenzione e cultura del rischio
Per una corretta valutazione del rischio, infatti, è necessario considerare non solo la pericolosità sismica, ma anche la vulnerabilità sociale, che può essere aggravata dalla scarsa conoscenza del Piano di Protezione Civile da parte della popolazione e da un’inefficace comunicazione del rischio. “Affrontare la questione solo in fase emergenziale rischia di rendere inefficaci le misure adottate, generando ritardi e disorganizzazione” avverte il ricercatore.
De Pascale conclude con un appello chiaro: “È necessario un cambio di paradigma che metta al centro la cultura della prevenzione, la formazione della popolazione e l’aggiornamento continuo dei Piani di Protezione Civile, affinché la resilienza territoriale sia costruita prima che l’evento naturale estremo, come un terremoto, si manifesti. Le istituzioni sono chiamate, dunque, a promuovere una cultura del rischio che coinvolga attivamente la comunità, rendendo ogni cittadino consapevole e preparato ad affrontare eventuali emergenze”.
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