Catanzaro, Crotone, Vibo

Martedì 25 Marzo 2025

Esposti anonimi e false accuse, chiesto processo per l'ex sindaco di Cessaniti

La Procura di Vibo Valentia guidata dal procuratore Camillo Falvo ha chiesto il rinvio a giudizio di Francesco Mazzeo, di 44 anni, ex sindaco di Cessaniti, ritenuto il presunto autore di una serie di esposti anonimi contenenti false accuse nei confronti di figure istituzionali, compresi sacerdoti della Diocesi di Mileto. L’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia ha richiesto l’uso di sofisticate tecniche informatiche di digital forensics per l’analisi di una grande mole di dati digitali archiviati su dispositivi con avanzati sistemi di protezione e crittografia end-to-end. Gli investigatori hanno progressivamente decifrato e analizzato il materiale ricostruendo ogni elemento utile all’inchiesta. Nemmeno il tentativo di wiping (cancellazione) da remoto, attivato dall’indagato per compromettere l’integrità dei file e ostacolare le indagini, riferiscono i carabinieri, è riuscito a vanificare il lavoro degli specialisti. Sono state infatti implementate operazioni di data recovery garantendo la conservazione e l’acquisizione forense dei dati ed evitando qualsiasi alterazione o eliminazione tramite cloud. L’inchiesta ha fatto emergere, secondo quanto fanno sapere gli investigatori, «un quadro allarmante, caratterizzato da un uso sistematico di identità fittizie per colpire funzionari pubblici e altre figure di rilievo. Tra i principali episodi contestati ci sono false accuse ai vertici del Comune di Cessaniti: Mazzeo avrebbe inviato un esposto anonimo contro il Commissario straordinario Sergio Raimondo e due segretarie comunali, accusandoli di falsificare documenti ufficiali. Contestata la falsa denuncia di corruzione e favoritismi attraverso un esposto firmato con nome falso contro funzionari Asp di Vibo Valentia per avere pilotato un concorso pubblico in favore di un candidato, con presunti scambi di denaro. L’ex sindaco, inoltre, avrebbe sotto falso nome denunciato inesistenti legami tra il Commissario prefettizio e ambienti della 'ndrangheta con accuse basate su fatti inesistenti. Mazzeo avrebbe ancora rivolto attacchi anche al clero sempre con diversi esposti diffamatori verso alcuni sacerdoti, insinuando presunti interessi economici e favoritismi nelle attività parrocchiali e nelle feste patronali. Azioni mirate a screditare anche di autorità locali con un ulteriore documento inviato a firma falsa in cui avrebbe accusato alcuni agenti e ufficiali di polizia giudiziaria dell’Arma dei carabinieri di connivenza con atti illeciti. A Mazzeo vengono contestate le accuse di calunnia, sostituzione di persona e diffamazione.

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