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Tropea, il capobastone detenuto si era fatto creare anche un profilo social

Antonio La Rosa dalla sua cella ad Avellino gestiva affari, riceveva denaro e “investiva” il genero suo successore

Si era fatto creare addirittura un profilo social: anche così il boss Antonio La Rosa avrebbe continuato a gestire gli affari di famiglia da una cella del carcere di Avellino. Dopo l’arresto nell’ambito dell’inchiesta Rinascita Scott, avrebbe avuto a disposizione sei dispositivi cellulari e 5 sim con cui avrebbe fatto poco meno di 5mila conversazioni. Per gli inquirenti la maggior parte delle telefonate avrebbe avuto come argomento le sorti della consorteria criminale durante la sua assenza, i nuovi equilibri, le nuove dinamiche, problematiche varie sottoposte alla sua attenzione per ottenere una soluzione, indicazioni sulla gestione degli affari della cosca, come i rapporti con i terzi, la riscossione di denaro, il sostentamento suo, della famiglia e i pagamenti dovuti ai difensori.
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