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Catanzaro, Tavi anche al Pugliese: nuova frontiera mini-invasiva contro la stenosi aortica

Un altro passo avanti nell’assistenza cardiologica di alta specializzazione in Catanzaro. All’U.O.C. di Cardiologia del Presidio Ospedaliero “Pugliese” dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco”, è possibile effettuare l’impianto percutaneo di valvola aortica biologica (TAVI), una procedura mini-invasiva che consente di trattare la stenosi aortica severa senza aprire il torace, ma attraverso un catetere inserito dall’inguine del paziente.

Si tratta di un rafforzamento dell’offerta aziendale, dal momento che la procedura TAVI viene già regolarmente eseguita presso l’U.O.C. di Cardiologia dell’area di Germaneto, diretta dal professore Daniele Torella, e che ora, con l’attivazione al Pugliese, consolida la rete assistenziale integrata dell’AOU “Renato Dulbecco”, diretta dal commissario straordinario, dottoressa Simona Carbone.

Con grande soddisfazione, il professore Vincenzo Antonio Ciconte, Direttore dell’U.O.C. di Cardiologia del P.O. “Pugliese”, ha annunciato che nei giorni scorsi sono stati trattati con successo i primi pazienti, alcuni dei quali sono già stati dimessi in ottime condizioni di salute.

Le procedure sono state eseguite dalla dottoressa Annalisa Mongiardo, operatrice con consolidata esperienza nelle TAVI, e dalla dottoressa Cristina Nesta.

Una risposta concreta contro l’emigrazione sanitaria

L’attivazione della TAVI anche al Pugliese rappresenta una risposta concreta alla grave emigrazione sanitaria che ogni anno coinvolge migliaia di calabresi costretti a spostarsi fuori regione per ricevere cure specialistiche. Si riduce così il disagio dei pazienti, si innalza la qualità dell’offerta sanitaria e si argina il deficit economico della sanità calabrese.

Secondo le attuali linee guida internazionali, la TAVI è indicata nei pazienti con stenosi aortica severa, sintomatica, di età superiore ai 75 anni, o in quelli che, indipendentemente dall’età, presentano elevato rischio chirurgico. Alla luce degli studi scientifici più recenti, si prevede un ampliamento delle indicazioni alla procedura percutanea anche nei pazienti a rischio intermedio o basso.

Un lavoro d’equipe multidisciplinare

Il successo delle prime procedure al P.O. Pugliese è stato reso possibile grazie al lavoro coordinato di un’intera equipe: la sala di Emodinamica, guidata dal dottor Antonio Ferraro, e il personale tecnico-infermieristico sotto la supervisione di Ivan Critelli, hanno garantito le migliori condizioni operative.

Fondamentale il supporto dei medici e del personale infermieristico del reparto di Cardiologia e dell’UTIC, impegnati nella preparazione e gestione post-operatoria dei pazienti, così come la collaborazione con l’U.O.C. di Radiologia, diretta dal dottor Bernardo Bertucci, per l’esecuzione delle TAC dedicate, e con gli ecocardiografisti e il personale dell’ambulatorio per la diagnosi e il follow-up.

Non meno importante, il ruolo dell’U.O.C. di Cardiochirurgia, diretta dal professore Pasquale Mastroroberto, parte integrante dell’Heart Team aziendale, che condivide le indicazioni all’intervento e garantisce il supporto cardiochirurgico. Altrettanto strategica la presenza dell’U.O.C. di Anestesia del P.O. Pugliese, diretta dalla dottoressa Stefania Faragò, e il contributo del 118, che assicura un pronto intervento in caso di necessità.

Un successo frutto della sinergia tra istituzioni e professionalità

Soddisfatto il management dell’AOU “Renato Dulbecco”, dal rettore dell’Università Magna Graecia, dal presidente della Regione Calabria, onorevole Roberto Occhiuto, e dal commissario straordinario dell’AOU, dottoressa Simona Carbone.

«Il rafforzamento della procedura TAVI anche presso il presidio Pugliese – si legge in una nota – è il risultato concreto di una visione integrata e di una sinergia funzionale tra professionalità e strutture all’interno dell’Azienda. Merito della collaborazione tra i Direttori delle due Cardiologie, professore Vincenzo Antonio Ciconte e professore Dottor Daniele Torella, che hanno saputo armonizzare risorse, esperienze e capacità per dare una risposta concreta e innovativa alla domanda di salute in ambito cardiovascolare».

Un ulteriore passo avanti che pone l’AOU “Renato Dulbecco” come punto di riferimento regionale e nazionale nell’adozione di tecnologie innovative per la cura delle patologie valvolari.

 

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