
Da ormai sei mesi i familiari di Anna Siniscalchi attendono una risposta, per questo nei giorni scorsi gli avvocati Antonello Talerico e Valentino Putignano hanno scritto alla Procura della Repubblica di Torino. I legali hanno inviato un’istanza per sollecitare il deposito della perizia effettuata sul corpo della ragazza deceduta il 2 ottobre.
La 26enne catanzarese era salita per qualche giorno a Torino per trovare il suo fidanzato ma in Calabria, dalla sua famiglia, non è più tornata. Secondo quanto raccontato dai parenti di Anna agli inquirenti, il 2 ottobre alle 16:29 sul telefonino della sorella della 26enne è giunto un messaggio del fidanzato. Poche e agghiaccianti parole: «Stamattina Anna non si è svegliata». Da Catanzaro i familiari di Anna chiamano subito il ragazzo. Scoprono così che proprio in quel momento i medici del 118, appena allertati dal giovane, stavano constatando il decesso di Anna. Emergono già in questa fase le prime due anomalie che i familiari della ragazza metteranno poi nero su bianco nella denuncia presentata agli inquirenti. Sostengono infatti che la dottoressa del 118 giunta sul posto considerando le condizioni della salma avrebbe stabilito l’ora del decesso tra le 6 e le 9 del mattino, ossia diverse ore prima della richiesta di soccorso fatta dal ragazzo. Quest’ultimo poi ai sanitari avrebbe detto che Anna soffriva di una malattia cardiaca e che per questo assumeva diversi farmaci.
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