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Il Comune di Crotone si costituisce parte civile nel processo Chimirri

comune crotone

Il Comune di Crotone si costituirà parte civile nel procedimento penale che sta per incardinarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare a carico di quattro componenti del nucleo familiare di Francesco Chimirri, il pizzaiolo crotonese di 44 anni rimasto ucciso il 7 ottobre dello scorso anno da un colpo di pistola esploso da un vice ispettore della Polizia di Stato al culmine di una lite. Poliziotto che, proprio per questo, fu poi aggredito brutalmente dai parenti della vittima, per i quali la Procura della Repubblica ha ipotizzato l’accusa di tentato omicidio, lesioni personali, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, porto illegale di oggetti atti a offendere e ne ha chiesto il rinvio a giudizio.

Si tratta di Domenico Chimirri (18 anni) e Domenico Chimirri (67 anni) figlio e padre della vittima, nonchè di Antonio Chimirri (41 anni) e Mario Chimirri (36 anni), fratelli del pizzaiolo ucciso.

Per l’amministrazione comunale di Crotone la costituzione di parte civile «nasce dalla ferma volontà dell’ente di tutelare i valori fondanti della convivenza civile e di ribadire il proprio ruolo attivo nella difesa della legalità e della giustizia, in particolare quando episodi così drammatici colpiscono il tessuto sociale e umano della collettività».

Il rinvio a giudizio è stato chiesto, inoltre, per una quinta persona, Bruno Luchetta crotonese di 25 anni, che deve rispondere di favoreggiamento poichè, avendo assistito alla prima fase dell’aggressione contro il poliziotto da parte di Francesco e Domenico Chimirri, non lo aveva raccontato ai carabinieri. La tragedia è avvenuta nel popolare quartiere di Lampanaro nel pomeriggio del 7 ottobre scorso.

Quel giorno il vice ispettore della Polizia di Stato Giuseppe Sortino, 38enne di origini siciliane, mentre si stava recando presso la Questura di Crotone per prendere servizio, aveva notato un’autovettura che stava percorrendo la statale 106 a una velocità elevatissima, tanto che aveva già cagionato due lievi collisioni con altrettanti veicoli. Sortino aveva quindi deciso di seguire l’auto fino al quartiere Lampanaro, dove aveva chiesto agli occupanti dell’auto, poi identificati in Francesco Chimirri e nel figlio, delucidazioni sulla condotta di guida; per tutta risposta sarebbe stato aggredito e percosso, anche mediante l’utilizzo di uno sfollagente. A quel punto avrebbe estratto la pistola e sparato all’indirizzo del pizzaiolo. Le indagini hanno appurato che il poliziotto, prima percosso solo da Francesco Chimirri e dal figlio, era stato successivamente raggiunto dagli altri familiari, che avrebbero proseguito il pestaggio cagionandogli lesioni gravissime che, solo per un mero caso, non lo hanno condotto alla morte. Le immagini, inoltre, mostrano il momento in cui il figlio di Chimirri afferra la pistola con la quale Sortino poco prima aveva sparato a Francesco Chimirri uccidendolo, e tenta a sua volta di sparargli mentre il poliziotto si trova a terra. Solo l’inceppamento dell’arma ha fatto sì che quel giorno i morti non diventassero due.

Anche Sortino è finito sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo, tuttavia la Procura della Repubblica di Crotone ha ora chiesto l’archiviazione del procedimento a suo carico, ritenendo che si sia trattato di legittima difesa: «C'è proporzione tra il gesto di Sortino e l’azione violenta che stava subendo. Sortino uccide per impedire di essere ucciso» ha scritto il pm Alessandro Rho nella richiesta avanzata al gip. Di parere contrario i legali della famiglia Chimirri che hanno presentato opposizione all’archiviazione sostenendo che la richiesta della Procura «non appare supportata da un quadro probatorio univoco e privo di contraddizioni» ed appare «non come un’indagine completa ed equilibrata, bensì come una sorta di anticipazione di un giudizio di merito».

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