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Le mani della ’ndrangheta crotonese sulla rapina al caveau Sicurtransport

La tesi della Cassazione nelle motivazioni della sentenza del processo Kaleos. Il colpo ha avuto il placet dei clan Arena di Isola e Mannolo di San Leonardo di Cutro

C’era la ’ndrangheta del Crotonese dietro la rapina da 8 milioni di euro al caveau della “Sicurtransport”, avvenuta a Caraffa il 4 dicembre 2016. Lo mette nero su bianco la Cassazione nelle motivazioni della sentenza del processo “Kaleos” che, il 19 febbraio scorso, ha confermato la condanna a 14 anni di carcere ciascuno per Dante Mannolo e Giovanni Passalacqua finiti al centro del procedimento di rito abbreviato.
La Suprema Corte ha ribadito che il blitz a colpi di kalashnikov ebbe il «placet» dei clan Arena di Isola Capo Rizzuto e Mannolo di San Leonardo di Cutro. «Appare evidente», scrive il giudice Alessandro Leopizzi, l’agevolazione mafiosa «dell’azione predatoria» anche per il «versamento di una parte non irrilevante dei proventi» della rapina «nelle mani delle cosche attive nel territorio circostante».
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