
Mancano «prove certe che l’accordo illecito contemplasse il procacciamento di voti con metodo mafioso». Così i giudici della Cassazione motivano la decisione di confermare la condanna a un anno e 4 mesi per corruzione elettorale nei confronti dell’ex presidente del Consiglio regionale ed ex assessore al Bilancio Francesco Talarico. Come già aveva stabilito la Corte d’Appello di Catanzaro la Cassazione ha escluso l’originaria ipotesi formulata dalla Dda di scambio elettorale politico mafioso nell’ambito dell’inchiesta Basso profilo. In sintesi Talarico avrebbe stretto un accordo illecito per la campagna elettorale delle Politiche del 2018 ma i clan della ’ndrangheta non avrebbero avuto alcun ruolo.
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