
Un 56enne catanzarese, condannato all’ergastolo, ha vinto la sua battaglia legale: il carcere che lo ospita dovrà garantirgli locali adeguati per «l’effettiva fruizione del diritto agli incontri affettivi e intimi».
Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza che ha accolto l’istanza degli avvocati Susanna Deiana e Vincenzo Cicino. La vicenda trae origine dalla sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 18 dell’ordinamento penitenziario nella parte in cui non prevede la possibilità per i detenuti di coltivare la propria vita affettiva e relazionale anche attraverso incontri intimi in luoghi riservati negli istituti penitenziari.
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