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Barriere idrauliche di fronte alla Sasol a Crotone, l’Iss chiede di “verificarne l’efficacia”

L’Istituto superiore di sanità si associa a Ispra e Arpacal nelle prescrizioni al piano di bonifica per l’ex fabbrica Eni Rewind propone di realizzare altri 13 pozzi in mare per filtrare l’acqua contaminata proveniente dal sito

È «opportuno un controllo della falda» al fine di «verificare l’efficacia dello sbarramento descritto nel Piano operativo di bonifica». Si possono riassumere così le osservazioni che l'Istituto superiore di sanità ha avanzato relativamente al Pob presentato da Eni Rewind per la messa in sicurezza d’emergenza dell'acqua di falda dell'area del Sin di Crotone dove sorge lo stabilimento ex "Sasol".
Il progetto, che è al vaglio della Conferenza dei servizi istruttoria indetta dal ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, prevede che la società dell'Eni realizzi una barriera idraulica di fronte alla fabbrica dismessa che ricade nell'ex area industriale di Crotone. Il sito ex Sasol è gestito dalla curatela fallimentare dell'azienda "Kroton Gres 2000 Industrie Ceramiche" (che nel 2009 subentrò alla guida della "Sasol" prima del crac nel 2011).
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