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'Ndrangheta, inchiesta "Glicine-Acheronte" a Crotone: Pietro Curcio passa dal carcere ai domiciliari

È passato dal carcere ai domiciliari Pietro Curcio, il 40enne di Cotronei che lo scorso 14 maggio è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di carcere per associazione mafiosa nell'ambito del procedimento di rito abbreviato nato dall'inchiesta "Glicine-Acheronte".

Così ha deciso oggi la giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Sara Merlini. Che, accogliendo la richiesta dei difensori di Curcio, gli avvocati Vincenzo Cicino e Vincenzo Garruba, ha disposto una misura cautelare più attenuata nei confronti del 40enne. L'operazione "Glicine-Acheronte", scattata il 27 giugno 2023 con 43 misure cautelari eseguite dai carabinieri, da un lato smantellò il presunto comitato d'affari, formato da politici, imprenditori e uomini in odor di 'ndrangheta, che avrebbe utilizzato le istituzioni pubbliche per fini elettorali.

E dall'altro avrebbe sgominato la cosca Megna di Papanice che s'era riorganizzata dopo la scarcerazione, nel 2014, del boss Mico Megna. E in questo ipotizzato scenario criminale, rientra la posizione di Curcio. Il quale, al termine del giudizio di primo grado che ha portato a 9 condanne e 15 assoluzioni, è stato riconosciuto responsabile di fare parte del clan del papaniciari. In che modo? Partecipando - secondo gli inquirenti - alle diverse attività illecite che la cosca avrebbe messo in atto non solo a Crotone ma anche nel nord Italia a colpi di investimenti e truffe varie.

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