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Badolato, scarcerato Nicola Parretta: non emerge il voto di scambio col clan

Annullata l’ordinanza di arresto dell’ex sindaco di Badolato. La Cassazione smonta l’accusa

Esterno del Palazzo di Giustizia, sede della Corte suprema di cassazione, durante la cerimonia per l'apertura dell'anno giudiziario 2021, Roma 29 gennaio 2021. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Torna in libertà Nicola Parretta, ex sindaco di Badolato, coinvolto nell’inchiesta “Ostro-Amaranto” della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio le ordinanze del gip e del Tribunale del Riesame che avevano disposto per Parretta gli arresti domiciliari con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, accogliendo il ricorso dei suoi difensori, gli avvocati Salvatore Staiano e Giuseppe Mussari.
L’inchiesta, che aveva portato all’arresto di 29 persone e allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Badolato con decreto del Presidente della Repubblica, ipotizza che Parretta e altri amministratori si fossero avvalsi del sostegno della cosca Gallace di Guardavalle, attraverso l’imprenditore Antonio Paparo, per influenzare le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021. Parretta era stato eletto sindaco con la lista “Vivi Badolato”, mentre Ernesto Maria Menniti era diventato vicesindaco con la lista “Uniti per Badolato”. Micol Paparo, figlio di Antonio Paparo, era stato eletto presiedente del Consiglio comunale, mentre Antonella Giannini (tornata anche lei in libertà) era stata nominata assessore esterno alla Pubblica Istruzione pur avendo raccolto solo 29 voti.
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