Catanzaro, Crotone, Vibo

Domenica 06 Luglio 2025

Sanità calabrese al collasso, Potere al Popolo Catanzaro: “Ambulanze ferme e territori abbandonati. Diritto alla salute negato”

La sanità calabrese si avvia inesorabilmente al collasso, in particolare quella territoriale.” È la denuncia di Potere al Popolo Catanzaro, che punta il dito contro l’emergenza in atto nelle postazioni del 118 e nei presidi di assistenza medica delle aree interne. “Mancano medici e infermieri, le ambulanze restano ferme. È il preludio di un’altra estate di passione per i pazienti, soprattutto per i più fragili, come gli anziani, ormai spesso i soli abitanti delle piccole comunità montane e rurali.” Il comunicato elenca le recenti chiusure delle Postazioni di Emergenza Territoriale (PET) di Catanzaro Lido, Maida, Girifalco e, da ultimo, Isca sullo Ionio. “Ormai rimane solamente la drammatica conta delle postazioni inattive, provviste solo dell’autista”, affermano. E il quadro, avvertono, è destinato a peggiorare con l’arrivo dei mesi estivi, in cui la popolazione nelle zone turistiche aumenterà mentre il servizio si riduce drasticamente. Oltre alla carenza di personale, Potere al Popolo denuncia anche gravi ritardi nel pagamento degli straordinari: “Il personale del 118, in molti casi non retribuito da dicembre, è sottoposto a turni massacranti per evitare il blocco totale del servizio.” E accusa l’Asp di Catanzaro: “Nonostante i sacrifici, gli operatori vengono valutati al minimo per il pagamento della produttività 2023.” Preoccupazioni anche per il blocco delle prestazioni aggiuntive: “Nonostante la carenza di medici sia nota a tutti, viene da chiedersi se non si stia attuando una scientifica operazione di sabotaggio del servizio d’emergenza. Forse perché c’è qualche privato interessato?”, si domandano, lasciando intravedere il timore di un disegno volto a favorire la privatizzazione. La critica si estende al “modello lombardo”, importato in Calabria: “Un sistema che prevede ambulanze senza medico, con la sola presenza dell’infermiere. Ma ora che mancano anche questi ultimi, le ambulanze restano ferme, dimostrando tutta la debolezza del modello. Il sistema sanitario è ormai al collasso.” E nonostante il fallimento, aggiungono, “la Regione Calabria guidata da Roberto Occhiuto si affida ancora alla Lombardia, approvando lo schema di accordo tra le due Regioni per la riorganizzazione della rete di Pronto Soccorso. Come se non bastasse tutto ciò.” Potere al Popolo denuncia anche le gravi carenze nella continuità assistenziale: “Le guardie mediche, servizio essenziale nelle ore notturne, festive e prefestive, stanno funzionando a scartamento ridotto, con chiusure mensili dai 6 agli 8 giorni, come accade a Sant’Andrea Jonio e Satriano.” Il comunicato ricorda il caso di Serafino Congi, 48 anni, deceduto su un'ambulanza lo scorso 4 gennaio dopo ore di attesa al Pronto soccorso di San Giovanni in Fiore. “In Calabria si muore – affermano – perché la sanità pubblica è stata smantellata. Ma c’è chi, con la conseguente privatizzazione, continua ad arricchirsi.” Infine, si punta il dito contro l’Attività Libero Professionale Intramuraria (ALPI): “Un regime che consente ai medici del Servizio Sanitario Nazionale di erogare prestazioni a pagamento all’interno delle strutture pubbliche, fuori dall’orario di lavoro. La vicenda della Dulbecco di questi giorni insegna, pur rimanendo garantisti fino in fondo. E su questo, la politica calabrese resta in silenzio.” L'appello finale è chiaro: “Noi riteniamo che la sanità non è un bene di mercato, ma un diritto fondamentale e dobbiamo rilanciarla!”

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