Catanzaro, Crotone, Vibo

Martedì 15 Luglio 2025

Nella Cittadella regionale di Catanzaro bagni per disabili trasformati in spazi riservati ai dirigenti

Alcuni servizi igienici destinati alle persone con disabilità, all’interno degli edifici della Cittadella regionale della Calabria, risultano oggi riservati all’uso esclusivo di dirigenti di settore, delle Direzioni Generali dei Dipartimenti, o addirittura adibiti ad altri scopi, in palese violazione delle più elementari norme sull’accessibilità.

La denuncia del dirigente sindacale del CSA‑Cisal, Gianluca Tedesco: «È una violazione dei diritti, un insulto alla civiltà e alle normative sull’accessibilità»

«In un Paese normale - si legge nella nota - i bagni destinati alle persone con disabilità dovrebbero servire esclusivamente a loro. Ma nella Cittadella regionale della Calabria, come troppo spesso accade, la normalità viene capovolta. Qui, l’accessibilità non è un diritto garantito, ma sembra diventare un ostacolo da aggirare. Ogni giorno si parla di abbattimento delle barriere architettoniche, di inclusione, di pari diritti. Ma alla Cittadella, le uniche barriere abbattute sembrano essere quelle del pudore. Una scena che, se non fosse reale, sembrerebbe tratta da una commedia grottesca. Ma qui c’è poco da ridere». «Diversi bagni destinati alle persone con disabilità - continua Tedesco - pur essendo regolarmente attrezzati e segnalati come accessibili, sono stati resi inaccessibili a causa dell’uso improprio che ne viene fatto da parte di dirigenti o uffici amministrativi. In più di un Dipartimento, tali servizi risultano interdetti perché adibiti ad altri scopi. Alcuni di essi sono persino contrassegnati da cartelli ufficiali con diciture del tipo: 'Bagno riservato al Dirigente di Settore' o 'Riservato Direzione Generale'. In altri casi, i bagni risultano trasformati in piccoli depositi o archivi, con cartelli artigianali che ne stravolgono completamente la funzione originaria. Nel corso di diverse verifiche, la targhetta con il simbolo internazionale di accessibilità è stata rimossa o alterata, cancellando ogni riferimento alla reale destinazione d’uso». Non mancano casi in cui tali spazi sono stati personalizzati con mobili d’ufficio, portasapone, porta spazzolino, appendiabiti e altri accessori, trasformandoli di fatto in toilette private. In alcuni ambienti, la porta è stata addirittura bloccata dall’esterno con dispositivi manuali – come documenta una foto con indicatore rosso – impedendo l’accesso anche in assenza di segnaletica. «Forse - aggiunge il sindacalista - è giunto il momento che qualcuno rilegga attentamente la Legge 104/1992, soprattutto chi ha sottratto indebitamente questi spazi a chi ne ha effettivo bisogno. I palazzi pubblici non sono feudi personali. Anche chi vi lavora dovrebbe aspettare il proprio turno, come ogni cittadino, davanti alla porta di un bagno». Di fronte a una simile violazione, il sindacato CSA‑Cisal chiede con determinazione che vengano rimossi senza indugio tutti i cartelli abusivi, ripristinata la piena accessibilità dei servizi igienici destinati alle persone con disabilità, effettuati controlli immediati da parte degli uffici preposti e disposto un sopralluogo urgente per ristabilire legalità e rispetto dei diritti fondamentali. «Non possiamo che esprimere la nostra più profonda indignazione – prosegue Tedesco –. Questi comportamenti, oltre a essere eticamente inaccettabili, rappresentano un vero e proprio schiaffo ai principi della convivenza civile e violano apertamente le norme in materia di accessibilità e tutela delle persone fragili. È ora che venga restituita dignità e rispetto a spazi pensati per chi ha realmente bisogno». Conclude Tedesco: «Un bagno per disabili non è un privilegio da conquistare. È un diritto da rispettare. Sempre.»

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