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Narcotraffico, il “broker” dei Gallace di Guardavalle trattava con i fornitori sudamericani

Dall’inchiesta “Kleopatra” emerge il ruolo apicale di Cesare Antonio Arcorace, presunto esponente del clan. La cocaina spedita da Ecuador e Brasile, destinata alla cosca di Guardavalle, approdava nei porti europei

Nuovo colpo inferto alla potente cosca dei Gallace, capace di rigenerarsi nonostante i numerosi provvedimenti che negli anni hanno colpito i suoi principali esponenti. Con l’operazione denominata “Kleopatra”, condotta dai militari della Guardia di Finanza due giorni fa, sono state eseguite 9 misure cautelari in carcere. Le pagine dell’ordinanza firmata dal gip Danila Romano delineano l’operatività di uno dei clan più potenti della ’ndrangheta, riferimento di primo piano per il narcotraffico internazionale.

Il nome dell’operazione “Kleopatra” è ispirato al soprannome di uno degli esponenti di spicco della cosca di Guardavalle (ma profondamente infiltrata sia nel Centro che nel Nord Italia) Cesare Antonio Arcorace, definito dagli inquirenti, vero e proprio broker del narcotraffico e ritenuto uno dei referenti più grossi della Calabria. Assieme al boss Cosimo Damiano Gallace e ai sodali Vincenzo Pasquino e Domenico Vitale, era lui a contattare direttamente i fornitori di cocaina brasiliani ed ecuadoriani per l’importazione.
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