
Con una sentenza destinata a lasciare un segno profondo nella giurisprudenza italiana in materia di responsabilità nella custodia di animali, la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro nel mese di maggio scorso confermò la condanna a 3 anni del pastore Pietro Rossomanno, riducendo a una manciata di mesi quella di Maria Procopio, imputati per una serie di reati collegati alla drammatica morte di Simona Cavallaro, avvenuta nell’agosto del 2021 nella pineta di Monte Fiorino.
La lettura analitica, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza, ha scosso però ancora di più le coscienze, ricostruendo con minuzia la violenza dell’evento, ma soprattutto confermando quello che in riva allo Ionio in molti sapevano: la morte di Simona poteva essere evitata.
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