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Vertenza Konecta a Crotone, la CONF.I.A.L. ad Occhiuto: “L’11 agosto ci riceva o sarà troppo tardi”

“Non c’è più tempo. È adesso o mai più.” È un appello accorato, quello lanciato dalla CONF.I.A.L. al Presidente della Regione Calabria nonché Commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto, in merito alla delicata vertenza che coinvolge i lavoratori della sede Konecta. Il sindacato, entrato in azienda da poche settimane, denuncia una situazione definita “disorganizzata e pericolosa” fin dall’inizio delle attività, lo scorso 1° gennaio, e chiede con forza un incontro urgente alla Cittadella Regionale, fissando la data dell’11 agosto alle ore 10:30 come improrogabile.

Una richiesta chiara: ricevere i lavoratori, senza rinvii né ricalendarizzazioni

A firmare la lettera indirizzata al governatore è Fabio Tomaino, segretario provinciale della CONF.I.A.L. di Crotone, che scrive “con il cuore in mano e la voce rotta da mesi di silenzi”. Le accuse sono pesanti: si parla di lavoratori abbandonati, condizioni lavorative inaccettabili, ferie forzate imposte durante la chiusura dell’azienda fino al 24 agosto, e soprattutto di una mancanza di tutela anche per i dipendenti a tempo indeterminato.

La delusione del sindacato: “Un progetto che porta la firma del Presidente, ma che oggi non garantisce neanche la sicurezza minima”

Il progetto Konecta – evidenzia la CONF.I.A.L. – era nato come modello di innovazione, efficienza e stabilità, una risposta concreta dopo il travagliato caso ex Abramo. “Una speranza, una possibilità, una visione” che oggi, però, rischia di naufragare nel silenzio e nella sfiducia.

Non manca, nella lettera, un ringraziamento al Presidente della Provincia per la disponibilità al dialogo, ma per il sindacato serve di più: serve l’intervento diretto del Presidente della Regione.

“Noi non ci arrendiamo” – scrive ancora Tomaino – “Crediamo ancora che questo progetto si possa salvare. Ma non si salva da solo. Si salva insieme. Si salva ora”.

Il sindacato si dice pronto a portare documenti, prove e ogni elemento utile a ricostruire con trasparenza la vicenda, e rilancia un messaggio forte: “Non ci lasci soli”.

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