
Sono da poco passate le 21 del 3 giugno quando in un elegante ristorante del quartiere Lido fanno irruzione marito e moglie, anche loro imprenditori della ristorazione. Le telecamere di sorveglianza riprendono quello che sembra un raid punitivo. Obiettivo un cameriere, colpito con un pugno e uno schiaffo che gli hanno procurato un trauma facciale guaribile in dieci giorni. Parte da qui l’inchiesta della Procura di Catanzaro che ha portato all’emissione di una misura cautelare nei confronti di una famiglia di noti imprenditori catanzaresi. Il gip Maria Cristina Flesca ha infatti applicato il divieto di avvicinamento alle persone offese con braccialetto elettronico a marito, moglie e figlio titolari di attività di ristorazione a Catanzaro e in altre città della Calabria e non solo. Tutti devono rispondere di minacce, solo il padre di lesioni.
Dopo quell’aggressione la vittima (assistita dall’avvocato Giancarlo Pitaro) ha presentato regolare denuncia. Ha raccontato di aver lavorato in passato nel ristorante gestito dal figlio degli imprenditori. I rapporti lavorativi si erano interrotti a causa del mancato pagamento degli stipendi motivo per cui aveva intrapreso un’azione civile.
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