
Le indagini sulla tragica morte di Filippo Verterame, il 22enne di Isola di Capo Rizzuto ucciso durante la violenta rissa del 19 agosto, entrano ora in una fase cruciale. La Procura della Repubblica di Crotone, con il Pubblico Ministero Pasquale Festa, ha infatti emesso un avviso di accertamenti tecnici non ripetibili: domani, 23 agosto, sarà eseguito l’esame autoptico sul corpo del giovane, nell’ambito del fascicolo d’indagine registrato con il numero 2717/2025.
Sono sei le persone formalmente indagate: Francesco Paparo, assistito dall’avvocato Francesco Sacco; Antonio Paparo, difeso dallo stesso legale; Giuseppe Paparo, difeso dall’avvocato Domenico Magnolia; Carmine Verterame, assistito dall’avvocato Francesco Oppido; Giuseppe Verterame, difeso dagli avvocati Mario Lucente e Francesca Buonopane; Alessandro Bianco, difeso dall’avvocato Tiziano Saporito.
Tutti sono accusati di rissa aggravata per la feroce colluttazione avvenuta in pieno centro a Isola di Capo Rizzuto. Le accuse più gravi pesano su Giuseppe Paparo, 39 anni, per cui la Procura ipotizza omicidio volontario ai danni di Filippo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato lui a colpire il giovane al collo con un coltello da cucina, gesto che ha provocato la ferita mortale. Nei suoi confronti pendono anche le accuse di tentato omicidio di Giuseppe Verterame, che avrebbe evitato la morte solo difendendosi con tutte le forze, e di lesioni aggravate ad Alessandro Bianco. Anche Giuseppe Verterame è al centro dell’inchiesta: per lui si parla di tentato omicidio e lesioni personali aggravate, poiché avrebbe ferito Giuseppe Paparo e Francesco Paparo durante la rissa.
Gli indagati e le persone offese, i familiari di Filippo, in particolare il padre Carmine Verterame, la madre Angelina Giaquinta e la sorella Francesca, hanno la possibilità di nominare consulenti tecnici che assisteranno all’autopsia. Mentre la giustizia fa il suo corso, il dolore della famiglia resta immenso. Filippo è stato strappato alla vita a soli 22 anni, mentre portava avanti con entusiasmo i suoi progetti per il turismo e l’inclusione. I suoi genitori, pur devastati, hanno trovato la forza di compiere un gesto di grande generosità come quella donare i suoi organi, trasformando una tragedia in speranza per altre vite.
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