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Catanzaro, addio a Catia Viscomi: da undici anni in coma dopo un parto cesareo

Si è spenta a Crotone l’oncologa catanzarese in stato vegetativo dopo un intervento al Pugliese

Dopo undici anni in stato di coma è deceduta Caterina (Catia) Viscomi. Il 6 maggio 2014 l’oncologa 43enne di Soverato finì in coma vegetativo durante il parto del suo primogenito mentre veniva sottoposta a un cesareo nell’ospedale Pugliese di Catanzaro. La donna è deceduta in struttura di Crotone dove si trovava ricoverata. L’epilogo di una vicenda straziante che attende ancora che la giustizia faccia definitiva chiarezza. Nel marzo scorso infatti la quinta sezione della Corte di Cassazione, che ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione emessa in secondo grado nei confronti del ginecologo Francesco Quintieri, relativamente al falso in atto pubblico in riferimento alla redazione della cartella clinica della donna, il cui marito, Paolo Lagonia, si è costituito parte civile (in proprio e quale tutore della moglie e del figlio), rappresentato dall’avvocato Antonietta Denicolò Gigliotti.

Il ginecologo era stato assolto in secondo grado - il processo d’appello era partito a luglio 2023 - sia dall’accusa di lesioni che da quella di falso in atto pubblico. In primo grado, invece, al termine del processo con rito abbreviato, era stato condannato a 1 anno e 8 mesi, vedendosi riconosciute le attenuanti generiche e la sospensione della pena. In quel processo era imputato assieme a lui anche il direttore dell’Unità di Anestesia e rianimazione, Mario Verre, assolto per non aver commesso il fatto; entrambi i medici sono stati difesi dall’avvocato Vincenzo Ioppoli. Secondo l’accusa il ginecologo Francesco Quintieri avrebbe «consentito o comunque non impedito» all’anestesista, anch’ella inizialmente indagata e poi deceduta nel corso degli accertamenti della magistratura, la disattivazione degli allarmi dell’apparecchiatura di rilevazione dei parametri vitali della paziente. La stessa anestesista, «con la consapevolezza di Quintieri», non avrebbe neppure attivato il ventilatore automatico «allontanandosi dal capezzale» della puerpera, causando così un’ipossia prolungata che avrebbe trascinato Catia Viscomi nello stato vegetativo «irreversibile».

In un primo momento la Procura aveva chiesto di archiviare il caso. Una richiesta che aveva trovato la ferma opposizione del marito della dottoressa Viscomi, Paolo Lagonia assistito dall’avvocato Antonietta Denicolò. Il gip Giuseppe Perri alla fine respinse la richiesta della Procura di archiviare il caso per l’intervenuto decesso dell’unica indagata, disponendo a carico della Procura un supplemento di indagini per chiarire l’intera tragica vicenda.

Il cordoglio dell'Umg

L’Università Magna Graecia di Catanzaro partecipa con profondo cordoglio al dolore della famiglia della dottoressa Catia Viscomi, specialista in oncologia, scomparsa dopo un lungo periodo di coma, conseguenza di complicazioni insorte durante il parto. Catia era una giovane donna e una professionista stimata cresciuta nel nostro Ateneo, in cui ha sempre dimostrato grande dedizione, sensibilità e passione per la sua formazione e per il prossimo. La sua vicenda, dolorosa e ingiusta, lascia un segno indelebile non solo nella vita dei suoi cari, ma anche in tutta la nostra comunità universitaria.
In questo momento di grande tristezza, a nome personale, della governance dell’Ateneo e di tutti i colleghi e studenti, esprimo la più sentita vicinanza ai familiari, con l’auspicio che possano trovare giustizia e conforto. La memoria della dottoressa Catia Viscomi resterà viva nell’Ateneo come esempio di impegno, umanità e coraggio.

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