
È stata «una tragica fatalità certamente non voluta dalla nostra famiglia». E ancora: s’è trattato di «una tragedia che forse si poteva evitare se i cosiddetti “grandi”, invece di alimentare lo scontro, avessero cercato di calmare gli animi. Ce l’hanno sulla coscienza loro: i grandi».
Parte da qui la difesa della famiglia Paparo. Che ha deciso di prendere carta e penna per respingere pubblicamente le «accuse» e le «calunnie», che «non corrispondono alla verità», che le vengono rivolte da più parti per la morte di Filippo Verterame. Il 22enne deceduto il 21 agosto scorso per una coltellata alla gola sferratagli da Giuseppe Paparo di 39 anni - che s'è autoaccusato del delitto di sangue - al culmine di una rissa scoppiata due giorni prima ad Isola Capo Rizzuto, vicino alla spiaggia di località Le Cannella, tra i nuclei familiari dei Paparo e Verterame per risentimenti reciproci che si trascinavano da tempo.
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