I tre esponenti di Forza Nuova arrestati questa mattina a Catanzaro per l’aggressione ad uno straniero di nazionalità marocchina la sera del 6 marzo scorso si erano portati nei pressi di piazza Matteotti per affiggere uno striscione con la scritta 'maranza: a Catanzaro su caci nta panza', ovverosia 'maranza: a Catanzaro sono calci in pancia'. Per il gip Gilda Romano «un testo dal tenore chiaramente evocativo di atti di violenza nei confronti proprio dei 'maranza', un termine gergale che indica gruppi di ragazzi di origine nordafricana o immigrati che mantengono un atteggiamento ed uno stile di vita particolarmente arrogante e spavaldo. La vittima - spiega ancora il giudice nella misura cautelare - è un soggetto marocchino immigrato in Italia, pertanto il gesto compiuto, proprio gli schiaffi ed i calci in viso ed all’addome, sembra essere propriamente una triste applicazione della manifestazione di intenti che i giovani hanno espresso con lo striscione che in quei momenti stavano appendendo in un luogo pubblico». Il gip di Catanzaro, quindi, si sofferma sulle «personalità anche criminali che i tre indagati rivestono. I tre infatti - spiega - sono stati immediatamente riconosciuti nella loro identità dal personale della Digos che ha visionato le immagini, quali soggetti attivisti politici e con numerosi precedenti di polizia di matrice sia politica che violenta, come propriamente lo striscione in corso di affissione ha permesso di ulteriormente circoscrivere; il personale specializzato che ha condotto le indagini ha infatti sottolineato alcuni elementi identificativi, quale il carattere utilizzato per la redazione del testo sullo striscione, ovvero il cd. fascio font, un carattere di scrittura tipicamente utilizzato proprio dagli orientamenti politici di estrema destra; quale il logo di 'casa Degrelle', un gruppo politico cittadino di ispirazione neofascista; tanto ha quindi consentito di ricondurre lo striscione, e così l’intera vicenda, al movimento politico italiano di estrema destra denominato Forza Nuova». Il mero raffronto fra le circostanze fattuali della vicenda e tali elementi - scrive il Gip - consentono, al netto di ogni ulteriore valutazione, di attribuire all’azione compiuta una impostazione ed una lettura di matrice chiaramente razziale, come dalla contestata aggravante». Insomma per la giudice Romano «deve essere necessariamente valorizzato il passato degli indagati che, anche e soprattutto in relazione al loro attivismo politico, sono stati raggiunti da plurimi precedenti di polizia. Tutti i reati loro ascritti in precedenza sono indicativi non solo e non tanto di una propensione a delinquere, ma di una propensione a atti illeciti relativi a gesti di violenza e di violazione delle regole del vivere civile: uso di caschi, violazione di regole negli stadi, attività politica che pare piegata ad atti di violenza, come il ripulire le strade». Un chiaro riferimento, quello del magistrato, all’iniziativa degli esponenti di Forza Nuova in programma proprio per questa sera a Catanzaro: «le cd. passeggiate per la sicurezza e le ronde per ripulire le città che - portati in parallelo con quanto accaduto - si pongono come elementi indici di un estremo pericolo di recidivanza e di commissione di nuovi fatti di violenza quali quello per cui qui si procede».