
Motivazioni carenti e illogiche, così il sostituto procuratore Veronica Calcagno scrive nella dichiarazione di appello per sette imputati coinvolti nell’inchiesta Open Gates sui presunti illeciti nel carcere di Catanzaro. Il 25 giugno scorso il processo con rito abbreviato si era concluso con dieci condanne e nove assoluzioni, più due patteggiamenti. In particolare la Procura ha deciso di impugnare il verdetto relativo a Giada Pino (condannata a 4 anni); Riccardo Gaglianese (condannato a 20 anni); l’assistente capo del corpo di polizia penitenziaria Maurizio Corasaniti (condannato a 8 anni e 2 mesi); l’agente della penitenziaria Domenico Sacco (assolto); Rosalia Orlando, Leonardo Clemente, coniuge e figlio di Francesco Paolo Clemente (tutti e tre assolti). Il gup nella sua sentenza ha condannato la Pino solo per l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata all’introduzione in carcere di dispositivi telefonici e alla corruzione, e l’ha invece assolta dal reato di traffico di stupefacenti e per tre reati fine.
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