
«Concorso pubblico truccato per favorire Andrea Niglia e i clan con le intercettazioni che assumono eccezionale valenza probatoria e dimostrano una radicata contiguità di Niglia con esponenti, anche apicali, della criminalità organizzata».
E’ quanto si legge in ordine alla posizione dell’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia, e già sindaco di Briatico, Andrea Niglia, nelle motivazioni della sentenza emessa dal gup distrettuale di Catanzaro, Pietro Agosteo, nel troncone in abbreviato della maxioperazione antimafia Maestrale che ha portato alla condanna di Niglia a 3 anni e 8 mesi per il reato di truffa aggravata dalle finalità mafiose in relazione ad un concorso pubblico per istruttore direttivo dei Servizi demografici al Comune di Zungri che l’ha visto vincitore.
Per il giudice, il concorso è stato «truccato con la preventiva comunicazione delle tracce a Niglia al fine di garantirne l’assunzione in un Comune di interesse per la criminalità organizzata, rafforzando così un sistema clientelare funzionale al mantenimento del controllo sociale e politico di matrice mafiosa».
In base alla sentenza, Andrea Niglia ha mantenuto rapporti con il boss di Cessaniti Francesco Barbieri e quello diu Zungri Giuseppe Accorinti (condannati nel maxiprocesso Rinascita Scott a 24 e 30 anni di carcere), mentre il collaboratore Antonio Accorinti - ritenuto attendibile dal giudice - ha indicato «Andrea Niglia pienamente inserito nelle dinamiche associative, riferendo che lo stesso si sarebbe prestato, tra l’altro, alla consegna dei ratei estorsivi in favore del sodalizio mafioso al fine di ottenere un ritorno in termini elettorali». Da ricordare che l’amministrazione comunale di Briatico, guidata da Niglia, è stata sciolta per infiltrazioni mafiose.
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