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Rinascita Scott, a Catanzaro i rapporti tra Pittelli e Petrini e la ‘congrega’ delle toghe

Nella requisitoria la pm Frustaci riprende i verbali del giudice arrestato per corruzione: «Le sue dichiarazioni, poi ritrattate, sulla massoneria uguali a quelle del pentito Mantella»

L’avvocato e il giudice, i rapporti tra Giancarlo Pittelli e Marco Petrini sono stati protagonisti dell’ultima parte di requisitoria della pm Annamaria Frustaci nel processo d’appello scaturito dall’inchiesta Rinascita Scott. Nel suo intervento l’esponente della Distrettuale antimafia di Catanzaro ha portato all’attenzione dei giudici della Corte d’Appello due passaggi dei discussi verbali dell’ex presidente di sezione. Petrini dopo essere stato arrestato per corruzione in atti giudiziari nel 2020 dalla Procura di Salerno (condannato a 4 anni) aveva intrapreso un percorso di collaborazione. Davanti ai magistrati campani aveva messo a verbale importanti dichiarazioni. Alcuni mesi dopo però aveva deciso di ritrattare e sconfessare il suo dichiarato.
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