Estorsione in Parco eolico del Vibonese, la Cassazione annulla tre condanne
Processo di secondo grado da rifare per tre presunti esponenti del clan Cracolici di Filogaso, nel Vibonese, accusati di tentata estorsione ai danni di una ditta che doveva eseguire alcuni lavori nel locale Parco eolico-fotovoltaico per conto di Enel Green Power. La Cassazione, in accoglimento di un ricorso dei difensori, ha infatti annullato con rinvio le condanne nei confronti di: Francesco Cracolici (6 anni la pena); Renato Cracolici (fratello di Francesco, condannato in appello a 6 anni); Onofrio Arcella (condannato in appello a 3 anni e 6 mesi). Gli imputati erano stati arrestati il 23 agosto 2017 per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. In primo grado erano stati tutti assolti dal Tribunale di Vibo, ma in appello la sentenza era stata riformata e si era arrivati ad un verdetto di colpevolezza, sia pure con l’esclusione delle modalità mafiose nella commissione dei reati. La Suprema Corte ha quindi ora confermato l’esclusione dell’aggravante mafiosa ed ha rispedito gli atti alla Corte d’Appello di Catanzaro ordinando un nuovo processo di secondo grado. L’inchiesta era passata alla Dda di Catanzaro dopo la trasmissione degli atti ad opera della Procura di Vibo Valentia. I carabinieri, camuffati da operai, avevano simulato l’esecuzione di alcuni lavori nel Parco eolico-fotovoltaico di Filogaso. Ad avvicinarli, secondo l’accusa, i tre imputati che, con atteggiamenti e minacce di morte, avrebbero cercato - secondo gli inquirenti - di costringere i «carabinieri-operai» ad allontanarsi dal Parco eolico interrompendo i lavori intrapresi. I tre sono stati difesi dagli avvocati Domenico Ceravolo del Foro di Palmi e Sergio Rotundo del foro di Catanzaro