Un Brasile multiculturale e sterminato dove coabitano ricchezza e violenza, ritmi raffinati e sound unici al mondo ma anche droga e problemi sociali che in passato erano meno accentuati. “La mia è stata una generazione privilegiata, ho potuto frequentare tanti artisti di primo piano, vivevo tra di loro, sperimentavamo insieme. Adesso molte cose sono cambiate”. Lo ha detto Toquinho, uno dei più sensibili artisti sudamericani e tra i maggiori esponenti della Musica Popular Brasileira, nella master class tenuta a Catanzaro prima del concerto al teatro Politeama, spettacolo di punta del Festival d’Autunno ideato e diretto da Tonia Santacroce, quest’anno ispirato all’ “alma brasileira”. Affabile, autoironico e sorridente come appare del resto nella sua immagine più conosciuta e apprezzata, Toquinho si è confermato un musicista e ancor prima un intellettuale oltre gli schemi, acuto interprete dell’anima e della storia del Brasile da cui ha tratto ispirazione esprimendo anche con eleganti contaminazioni la sua forte personalità e poetica musicale.