I fondali dell’Area marina protetta Capo Rizzuto, lungo le coste della provincia di Crotone, custodiscono tesori archeologici come i blocchi in marmo bianco trasportati da una nave lapidaria naufragata probabilmente in età romano-imperiale.
Testimonianze culturali come queste potranno essere visitate, a partire dall’estate 2019, attraverso itinerari museali subacquei grazie a «Bluemed», un progetto di cui l'Università della Calabria è soggetto attuatore, teso alla valorizzazione dei numerosi relitti di varie epoche presenti nella riserva marina Capo Rizzuto.
Nel corso del workshop «Archeologia subacquea e turismo sostenibile», che si è svolto nella sede della Lega navale di Crotone, si è parlato del «museo subacqueo» fruibile anche con attrezzature tecnologiche virtuali in 3D, come si sta facendo in altre zone d’Europa, oltre che visitabili con immersioni guidate vere e proprie. Secondo Fabio Bruno, responsabile del Progetto Bluemed per l’Unical, «è necessario proporre ai subacquei un pacchetto che comprenda da quattro a dieci giorni e non una sola immersione».
Per Simone Scalise, responsabile dell’Amp Capo Rizzuto «quando parliamo di turismo sostenibile, bisogna adeguarsi alla realtà europea fatta di tecnologie innovative». «La Regione - ha detto l’assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo - ha il dovere di salvaguardare questo patrimonio archeologico e, soprattutto, valorizzarlo, anche perché la prospettiva di sviluppo turistico ce lo impone».
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