Complice la martellante campagna di promozione messa in atto dal comitato festa e dall’amministrazione comunale ha registrato una partecipazione record l’edizione 2019 della ‘Ncrinata di Dasà, regina calabrese delle rappresentazioni dell’incontro tra la Madonna ed il figlio risorto, che qui, da oltre 300 anni, si svolge il martedì dopo Pasqua, detto di Galilea, indicato come il giorno in cui a Maria viene rivelato che suo figlio ha vinto la morte ed è tornato tra gli uomini. Un giorno di festa. La “Festa” per il popolo dasaese che, come ogni volta, ieri intorno a mezzogiorno è stato colto da una sorta di estasi collettiva, concentrato all’unisono nella corsa della Madonna della Consolazione, dietro e sotto cui, man mano che si procede nel tragitto stabilito, si va formando una scia umana indefinita che ripone aspettative, si emoziona, urla, prega prima di esplodere in unico pianto di gioia nel momento dell’incontro, quando si sarà certi che “a ‘Ncrinata catte bona” (è riuscita) e, quindi, le richieste di intercessione trasmesse col cuore avranno buona possibilità di essere state ascoltate ed esaudite. È quel fiume di persone, incastrate tra loro alla perfezione per correre sotto un’icona venerata da secoli a tributare un’aurea magica alla manifestazione: la rende viva, animata, partecipata, simbiotica, particolare. Unica. Un brivido lungo un minuto e 50 secondi, che va crescendo dal momento in cui San Giovanni evangelista si stacca dal Cristo per recarsi verso la Madonna, si intensifica quando l’intercessore e la Consolazione ricompaiono da dietro una curva, si tocca con mano quando corrono in salita ed ha il suo apogeo quando il manto nero si sfila, appare quello azzurro, confuso col colore della gioia di chi vive l’evento, e le tre icone si allineano e si ricompongono in un quadro in cui il soggetto principale è lei: la Madonna della Consolazione, figura imponente e sontuosa, con lo sguardo che rapisce e rasserena. È lei che, dal 1711, risorge insieme al figlio e consola i dasaesi da pene, paure e sofferenza.