Oltre 200 libri, soprattutto fiabe e racconti per bambini, ma anche testi classici e di filosofia.
È un vero e proprio esperimento di pedagogia e didattica, oltre che di integrazione e socializzazione, la Biblioteca dei piccoli di Guardavalle, centro di 4.700 abitanti divisi in tre frazioni,bagnato dal mare Ionio, nel Catanzarese.
L’idea è di Genny Pasquino, una giornalista «free lance». Ironica e dinamica, Genny ha realizzato il suo sogno nel 2014.
Da allora a oggi la biblioteca è cresciuta ed è frequentata da decine di bambini, con il supporto anche di sette famiglie di immigrati marocchini.
È in questa fascia della costa ionica catanzarese, del resto, che dopo la caduta del muro di Berlino arrivarono i primi migranti. Prima i curdi, poi altre etnie.
Così, cultura e integrazione si fondono.
I piccoli ospiti trovano nella loro biblioteca giochi, intrattenimento e, soprattutto, occasioni di lettura.
«Nessuna imposizione - spiega l’ideatrice all’AGI - i bambini non sono costretti a prendere in mano i libri. Si avvicinano ai giochi, socializzano e poi si incuriosiscono vedendo le librerie. Allora cominciano a sfogliare i testi e si appassionano alla lettura. I locali sono stati concessi dal centro anziani cittadino - tiene a sottolineare Genny - poi, grazie a piccole donazioni, abbiamo messo insieme la somma occorrente per imbiancarli e renderli fruibili con gli arredi. Tutto senza contributi pubblici e grazie alla solidarietà del paese».
Il progetto è nato quando, giunta in Calabria, Ginevra, la bambina di Genny, ha manifestato il desiderio di andare in biblioteca.
«Venivamo dalla provincia di Arezzo - spiega - dove mia figlia frequentava una biblioteca dei piccoli. E’ così che ho pensato di riproporre l’esperienza a Guardavalle. L’accoglienza è stata ottima». Poi la biblioteca si è arricchita dei testi inviati in omaggio dalle case editrici, molte delle quali specializzate in testi per l’infanzia. Ma non solo. «Ci mandano libri anche dall’Inghilterra, grazie a una conoscenza fatta su Facebook. Abbiamo pure testi di storia locale. Quella del giornalista - continua - è una funzione educativa e pedagogica. Chi, se non un giornalista, deve promuovere la lettura fra le giovani generazioni?».
Certo, parlare di Platone e Kant a un bambino non dev'essere impresa facile.
«Il segreto sta nel linguaggio - dice Genny Pasquino - i metodi didattici sono cambiati, anche i testi per i bambini sono cambiati. Bisogna saper parlare ai bimbi, che sono in grado di recepire tutto. Con loro parliamo di scienze, ma discutiamo anche di moda e di gastronomia. Le famiglie di immigrati che ci aiutano spiegano ai nostri piccoli ospiti come si preparano i loro piatti tipici, ci preparano la merenda e parlano dei loro costumi tradizionali come lo chador. In questo modo favoriamo l’integrazione sociale che aiuta a superare i pregiudizi».
La biblioteca è aperta due giorni a settimana, mercoledì e venerdì. Richiama bambini, ma anche giovani attratti dall’impegno sociale, volontariato allo stato puro.
«Ci affiancano - prosegue Genny - alcune studentesse universitarie a cui l’iniziativa è piaciuta molto. Abbiamo creato uno spazio giocoso, allegro, colorato e assolutamente non serioso, ma questo non significa rinunciare al dibattito e allo scambio delle opinioni. E’ un luogo neutro e c'è spazio per ogni idea. Non imponiamo niente. I bambini sono liberi di parlare di ciò che vogliono. In alcuni casi esprimono critiche su quello che facciamo e ci danno il loro punto di vista che noi siamo pronti a recepire. Il nostro obiettivo è creare opportunità per quei bimbi che non ne hanno. La cultura aumenta le possibilità di scelta».
Nel tempo la biblioteca è diventata un punto di riferimento per tutti al di là della sua finalità culturale. «Capita che la gente ci chiami - dice - anche per chiedere informazioni. Per esempio, alcuni genitori si sono rivolti a noi per chiederci come procedere per la vaccinazione dei figli». L’iniziativa più recente è legata all’emergenza coronavirus.
La biblioteca, insieme con un’organizzazione no profit locale che si occupa di danza, l’Asd Giada, sta preparando un volume che raccoglie i pensieri delle piccole ballerine costrette dall’emergenza sanitaria a disertare le lezioni di danza.
«Le arti sotto l’effetto del Covid-19» sarà il titolo. Un libro-fotoromanzo la cui copertina sarà disegnata da una piccola artista del posto. Il seme gettato a Guardavalle è destinato a germogliare anche in altri centri della provincia. A Sellia il sindaco ha deciso di allestire una biblioteca dei piccoli e si lavora in questa direzione anche a Cenadi e Badolato, perchè l’entusiasmo è contagioso più del virus.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia