Il dossier per la candidatura di Tropea a “Capitale della cultura italiana 2022” da qualche giorno è sui competenti tavoli romani del “Ministero per i beni e per le attività culturali e per il turismo” (Mibact).
Il suo titolo è “La cultura rinnova” e nelle decine di pagine che lo compongono è racchiusa la storia della Calabria con tutte le sue contaminazioni positive, nonché la storia del suo immenso patrimonio culturale. Il progetto è il risultato di sette mesi di duro impegno coordinato con competenza e tenacia da Luisa Caronte, responsabile del gruppo di lavoro, e sostenuto, a tutto campo, dall’amministrazione comunale guidata da Giovanni Macrì.
Tutto s’incentra su quattro distinte aree contrassegnate da specificità diverse, che abbracciano il pensiero filosofico, le arti, l’eccellenza agroalimentare e l’innovazione nel campo culturale. In sostanza, quattro ambiti-azione che mettono in primo piano gli aspetti più significativi della storia tropeana e calabrese e puntano non solo ad esaltare tutti i linguaggi che ne sono espressione, ma anche a stimolare la capacità di produrre esperienze creative senza trascurare lo sviluppo sostenibile attraverso la cultura intesa come fonte di dialogo, riflessione e condivisione. Sfogliando le pagine del dossier, l’obiettivo prioritario – elaborare un’offerta culturale in grado di esaltare il patrimonio culturale tropeano e calabrese – appare centrato in pieno e quella che, almeno inizialmente, sembrava quasi una provocazione, s’è trasformata, attraverso sacrifici e stille di sudore, nel concreto convincimento che Tropea giocherà la sua partita sino alla fine.
Ad avvalorare tale pensiero contribuisce, e non poco, la risposta che la Calabria tutta ha dato all’invito a collaborare lanciato dal sindaco Macrì. Comuni, associazioni, Provincia non si sono tirati indietro. Sull’onda dello slogan “Se vince Tropea vince la Calabria”, non s’è tirata indietro neppure la Regione, mentre la spinta più recente è arrivata dall’amministrazione comunale di Catanzaro guidata da Sergio Abramo. Su proposta dell’assessore alla Cultura, Ivan Cardamone, la Giunta del capoluogo regionale ha deliberato, con voto unanime, di mettere a disposizione della “Perla del Tirreno” tutto il proprio patrimonio culturale, scegliendo di condividere un sogno che ormai appartiene a tutta la Calabria. «Il nostro – sostiene il sindaco Macrì – è un percorso fatto di impegno convinto e di dedizione assoluta; un percorso di amore e passione contro ogni sciocco stereotipo e qualsivoglia atteggiamento vittimistico». Spazio, allora, a sentimenti che poggiano la loro forza su «collaborazione, solidarietà, vicinanza e condivisione – sostiene il primo cittadino tropeano – e che testimoniano il maturare di sensibilità che faranno rifiorire la Calabria, una terra che non è inferiore a nessun’altra». Non c’è che da incrociare le dita e aspettare il responso ministeriale.
Candidatura in primo piano
La candidatura di Tropea a “Capitale della cultura italiana 2022” è cosa fatta. Il progetto “La Cultura rinnova” è già pervenuto al Mibact e quanto prima dovrà passare al vaglio della commissione che selezionerà la rosa delle dieci città finaliste tra le quali sarà scelta la regina della Cultura per il 2022.
Causa Covid-19, infatti, Parma è stata confermata “capitale” anche per il 2021. L’elenco delle città che hanno inviato il dossier di candidatura è lungo, ma Tropea, grazie al sostegno dell’intera Calabria, ha le carte in regola per imporsi.
In questa ottica attorno a Tropea cresce il sostegno da parte di Enti locali e associazioni culturali.
Caricamento commenti
Commenta la notizia