Il Seicento calabrese rappresenta un periodo affascinante da indagare, in cui si ergono a livello culturale personalità di grande valore che attendono, ancora, di ricevere un giusto riconoscimento. Tra queste rientra a pieno titolo anche Giovanni Battista Colimodio, pittore noto alla storiografia regionale soprattutto per aver realizzato affreschi e tele nella Calabria settentrionale e, in particolare, in alcune chiese di centri afferenti alla circoscrizione territoriale della Diocesi di Cassano all’Ionio. Alla sua figura sarà dedicato il convegno “Giovanni Battista Colimodio, pittore calabrese del Seicento”, in programma venerdì 9 aprile, alle ore 15, in diretta streaming dalla Biblioteca Comunale De Nobili di Catanzaro, promosso dall’Associazione Eos Sud all’interno del programma annuale regionale 2020, nell’ambito del Fondo unico per la cultura.
L’incontro proporrà un’attenta lettura delle opere del pittore, tesa a svelare quei particolari poco noti che ne contraddistinguono la sua attività. Sarà anche l’occasione per vedere lo short-movie originale dal titolo “Colimodio. Un artista della Calabria del ‘600”, il primo video interamente dedicato al pittore, realizzato con l’intento di promuovere la sua figura artistica al grande pubblico. Interverranno: Alberto Pincitore, storico dell’arte e autore della prima monografia dedicata al pittore dal titolo “Giovanni Battista Colimodio – Vita e opere di un pittore del Seicento”; Cecilia Perri, storica dell’arte, vicedirettrice del Museo Diocesano e del Codex di Corigliano-Rossano; Vincenzo Antonio Tucci, archivista, direttore dell’Archivio Storico Diocesano “Prof. Luigi Intrieri” di Cosenza. Si ripercorreranno le orme di una Calabria il cui panorama politico, economico e sociale, agli inizi del Seicento, si colorò di tinte più fosche a causa di terremoti, inondazioni, pestilenze, carestie che aggravarono quel moto di decadenza già in atto. Tra tanta desolazione, emersero figure di un certo rilievo artistico e culturale come quella di Tommaso Campanella, di Mattia Preti, di Domenico Piro, ai quali può aggiungersi quella dell’artista, ancora poco noto, appartenente alla dinastia di pittori dei Colimodio. Giovanni Battista è riconosciuto in quel “Titta”, citato in una lettera di Artemisia Gentileschi, nella cui bottega probabilmente si forma, indirizzata a Don Antonio Ruffo, suo mecenate. Il momento di dibattito offrirà un vero e proprio viaggio nella bellezza dei luoghi della Calabria in cui Giovanni Battista ha certamente operato, lasciando preziose testimonianze della sua produzione.
Viste le attuali restrizioni imposte a causa della pandemia COVID-19, l’evento potrà essere seguito esclusivamente in diretta streaming attraverso il sito web
www.colimodio.it.