Il controllo dei regimi totalitari sugli intellettuali, nervo scoperto in gran parte del mondo, è il tema di ampio respiro e controversa interpretazione su cui ruota “Il cattivo poeta” di Gianluca Jodice, film vincitore della diciottesima edizione del Magna Graecia Film Festival per la sezione dedicata alle “Opere Prime e Seconde italiane”. Lo ha decretato la giuria del concorso presieduta dal regista Pappi Corsicato e composta da Marco Bocci, Ivan Carlei, Francesco Ghiaccio, Claudio Noce e Teresa Saponangelo, nella serata finale della corposa kermesse ideata e diretta da Gianvito Casadonte che ha tenuto banco a Catanzaro con nove giorni di proiezioni e incontri.
L’opera è un biopic interpretato da un intenso Sergio Castellitto nel ruolo del “poeta vate” Gabriele D’Annunzio che, chiuso nel Vittoriale, vive il tramonto in un clima di decadente erotismo, politicamente isolato per il dissenso espresso sull'alleanza fra Mussolini e Hitler. Quando nel 1936 al federale Giovanni Comini viene assegnato dal segretario del Partito Fascista, Achille Starace, l’incarico di sorvegliarlo e raccogliere su di lui informazioni di ogni tipo, sfera sessuale inclusa, il carisma del poeta metterà in crisi il giovane, mentre incombe una tragedia epocale.
La stessa giuria ha assegnato il premio “Migliore Regia” a Giovanni La Parola per "Il mio corpo vi seppellirà", film ambientato nel 1860, quando Garibaldi consegna il Regno delle due Sicilie a Vittorio Emanuele II. Fra gli ex militari borbonici un ufficiale, Murat, viene fatto prigioniero dai piemontesi guidati da un colonnello sadico e razzista, che lo costringe a unirsi all’esercito del re.
Il premio per il “Miglior Attore” è toccato a Francesco Patanè per “Il cattivo poeta”, mentre “Miglior Attrice” è stata decretata Ginevra Francesconi per "Regina", film diretto dal catanzarese Alessandro Grande che con quest’opera si è guadagnato il prestigioso “Premio del pubblico”.
La pellicola, apprezzata per l'approccio innovativo, tratta il rapporto tra un padre e la figlia, uniti da un legame intenso e paritario, che sarà infranto a seguito di un incidente del quale condividono la responsabilità.
Il riconoscimento per la “Miglior Sceneggiatura” è andato ad Antonio Pisu per “EST” che racconta la storia di tre amici in vacanza nell’Europa dell’Est poco prima della caduta del muro di Berlino.
Una menzione speciale è stata consegnata alla regista Susy Laude per "Tutti per Uma", storia di una famiglia composta da soli maschi, compreso il cane. Tra continui litigi e reciproche insofferenze, tutti provano inutilmente a raddrizzare l’azienda di famiglia, un tempo famosa ma ormai indebitata e quasi in mano alle banche.
Nella sezione dedicata ai documentari, la giuria composta da Gloria Giorgianni (presidente), Luca Martera e Roberto Orazi ha decretato “Miglior Documentario” “Punta Sacra” di Francesca Mazzoleni. Al centro la vicenda di Franca, la Anna Magnani di Punta Sacra, pasionaria dell’Idroscalo che vive in un mondo al limite alla foce del Tevere, in bilico sul mare.
Quanto alla sezione internazionale, la giuria presieduta da John Savage e composta da Gianluca Guzzo e Caterina Shulha ha decretato “Miglior Opera” “After Love” di Aleem Kham, storia di Mary che, convertita anni prima alla religione islamica, si ritrova improvvisamente vedova. Il giorno dopo la sepoltura, la donna scopre che Ahmed aveva una vita segreta a Calais, oltre il canale della Manica.
E ancora, il P"remio Petitto" è toccato a Francesco Montanari, il "Premio Vittorio De Seta" ad “Attesa" di Mattia Isaac Renda. Premio per la Musica a Tecla Insolia, Colonna d'Oro a Gianluca Guzzo di "Mymovies"
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