Si è tenuto stamattina presso l’Auditorium del Liceo Campanella si è tenuto un incontro con Alex Corlazzoli, maestro e giornalista, autore del volume “Sulle strade di Falcone e Borsellino”.
La collaborazione con Trame rientra nel curriculum di Educazione civica le cui finalità, ha sottolineato la Dirigente Susanna Mustari “sono, tra le tante, quelle di coltivare la memoria di coloro che hanno vissuto la propria vita fedeli al dettato costituzionale. La scuola è da sempre un presidio di legalità, luogo di crescita e di confronto, officina di cittadinanza e responsabilità. Momenti come quello di oggi aprono alla riflessione e alla consapevolezza e maturano la necessità di proiettare il proprio impegno verso i valori di giustizia e il bene sociale”.
A moderare i lavori la prof.ssa Lucia Bonacci che nel presentare gli ospiti, Alex Corlazzoli e Claudia Caruso rappresentante di Civico Trame nelle scuole lametine, ha inteso soffermarsi sulla necessità di ricordare ciò che la “stagione stragista” ha significato per la storia italiana, “la strage di Capaci e la strage di Via D’Amelio hanno cambiato le nostre vite e le nostre coscienze. Il “valore” della memoria più che il dovere, diventa fondamentale perché è trasversale e, ovviamente, va oltre qualsiasi generazione”.
Claudia Caruso nel porgere i saluti ha ricordato l’appuntamento con l’undicesima edizione di Trame, il festival dei libri sulle mafie, che si svolgerà a Lamezia Terme, dal 22 al 26 giugno prossimo e sarà dedicato ai 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Significativo e coinvolgente l’intervento dello scrittore giornalista Alex Corlazzoli il quale ha illustrato le ragioni etiche del suo impegno. I suoi viaggi nei luoghi delle guerre e della fame, la sua curiosità a voler capire a tutti i costi i perché dei tanti malesseri sociali, il suo volontariato nelle carceri, la sua attenzione ai meno abbienti, il suo incontro con Rita Borsellino, con il suo dolore. “Indagare sulle stragi dei due magistrati ha significato scavare nella storia di un intero Paese, attraversarla per comprendere i farraginosi meccanismi che facevano di Falcone e Borsellino un pericolo da eliminare. Le invidie di “palazzo”, gli ostruzionismi formali, i boicottaggi, tutto ci fa pensare che non è stata solo la mafia ad uccidere. Bisogna interrogarsi e per farlo ognuno di voi deve conoscere la storia di quegli anni in una Palermo che ha visto cadere tanti uomini giusti. È chiaro che non possiamo sottrarci alla ricerca della verità perché ancora dopo trenta anni manca una verità! Una verità volutamente offuscata e manomessa. Ricordare Falcone e Borsellino e con loro le tante vittime di mafia significa ricordare a noi stessi l’importanza di sapere perché un percorso di giustizia sia stato più volte bruscamente interrotto”.
A seguire tantissime le domande degli studenti presenti tra i quali anche due classi dell’Istituto De Fazio: Una tra tutte – “perché oggi Gratteri non viene garantito nel lavoro che sta facendo sul solco di Falcone e Borsellino?”
Una domanda che, leggendo le ultime vicende ci poniamo tutti; “Bisogna pretendere una risposta, dice Corlazzoli, una risposta che non faccia riecheggiare i fatti accaduti trenta anni fa, una risposta che permetta a Nicola Gratteri di continuare a testimoniare il valore della giustizia e le garanzie di uno Stato custode del benessere sociale. Oggi più che mai è importante dimostrare solidarietà e vicinanza al magistrato catanzarese, emblema di lotta coraggiosa contro ogni forma di illegalità. Non lasciamolo solo!”
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