Dopo la presentazione di Gerocarne avvenuta ad opera del maestro ceramista e scrittore Antonio Montesanti e del prof. Romeo Salvatore Bufalo, il libro “I Vasai di Calabria - dalle Fornaci antiche al Caolino di Gerocarne” il 1° settembre 2022 alle ore 17,30 giunge a Serra San Bruno, dove la popolare Scrittrice e Pittrice Rosina Andreacchi, la Poetessa Scrittrice Bruna Filippone e la Scultrice Restauratrice Opere d’Arte Dina Giancotti, precedute dal Presidente dell’Associazione Bruniana Bruno Tozzo, dai saluti del Sindaco di Serra San Bruno Alfredo Barillari e dal Sindaco di Gerocarne Vitaliano Papillo, presenteranno l’opera dallo storico scrittore vibonese Michele Furci, già autore de “I Metallurgici di Calabria” e di numerose altre opere che mettono in risalto le grandi risorse possedute dalla terra di Calabria. Il volume, nel ricostruire il profilo storico delle antiche fornaci e delle cave di argilla in Calabria, affronta in particolare la realtà delle Cave e delle fornaci dell’antica Calabria Ulteriore, ovvero il territorio delle attuali quattro province di Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone. In esso l’autore evidenzia la natura delle risorse argillose e la loro plurale utilità, per poi affrontare le fasi della lavorazione sviluppatesi nel tempo. Importante si rileva la realtà testimoniata dai mestieri che si diffusero a Gerocarne, poiché grazie al suo profilo storico emerge in maniera straordinaria l’arte della creta per come un po’ d’ovunque nella regione è andata radicandosi. Preziose le realtà che sopravvivono con le tante particolari qualità nei luoghi dei giacimenti naturali di argilla, che tuttora sono diffusi in molti paesi calabresi. In questo insieme, esistente nell’intera regione, emerge in maniera rilevante la qualità chimica del caolino di Gerocarne, che per tanti anni ha alimentato lo stabilimento di macinazione di Porto Salvo di Vibo Valentia, dove confluivano i terricci di minerali contenenti feldspati e quarzi provenienti oltre che dalle cave di Ciano di Gerocarne, di Gabrielli di Parghelia e di Palombaro di Dinami, anche quelli di Serra San Bruno. Dalla raffineria vibonese, fino a qualche anno si producevano i minerali industriali commercializzati nell’industria ceramica delle piastrelle gres, nell’industria delle porcellane per sanitari e nella stoviglieria. Nel libro, oltre a trattare il tradizionale e molto conosciuto impiego dell’argilla, si evidenziano anche le qualità del Caolino e le proprietà dell’argilla nelle cure terapeutiche. L’autore, però, soffermandosi in particolare sulle caratteristiche del tradizionale laboratorio del vasaio, descrive la grande funzione del tornio e le caratteristiche delle fornaci per come si sono sviluppate sin dai tempi remotissimi. Dalla grande mole di notizie contenute nel libro, si evidenziano quindi i manufatti che si sono prodotti con l’uso dell’argilla nell’edilizia, per costruire i numerosissimi utensili da cucina e per le conserve alimentari, le storiche giare per contenere liquidi, le brocche e le cannate anche come unità di misura, gli oggetti per il risparmio e il passatempo, l’oggettistica per gli ornamenti interni ed esterni alle abitazioni, le maschere apotropaiche in particolare di Seminara e l’intera casistica dei vasi anche di grande pregio artistico che per lungo tempo le popolazioni hanno utilizzato in assenza dei moderni servizi igienici. Un documentato capitolo ricostruisce poi con un ampio profilo storico la realtà religiosa delle fiere più importanti della Calabria, poiché grazie alle fiere per come si sono sviluppate nel tempo, esse si sono rilevate occasione propizia per il commercio dei prodotti dei vasai e di tutta la filiera delle lavorazioni fittili. Seguono anche i capitoli che descrivono il lavoro umano che ruota intorno alle fornaci e le varie figure professionali: del fornaciaio, dello smaltatore e le altre figure importanti delle lavoratrici che portavano alle fornaci oltre la materia prima la legna e le fascine per alimentarle. Il volume, che consta di 248 pagine, edito dalla casa editrice Adhoc di Vibo Valentia, si chiude trattando l’attualissimo profilo della legislazione sull’impatto ambientale e la sicurezza sul lavoro per un’industria della creta che può innescare grandi processi produttivi in Calabria in versione moderna.