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Cipolla di Tropea, sotto accusa la modifica del disciplinare
 

Il maltempo ha inferto duri colpi all’agricoltura accentuando i problemi soprattutto per i prodotti ortofrutticoli più delicati come la cipolla rossa di Tropea-Calabria che da circa un ventennio, ormai, si fregia del marchio Igp.

Ma sul prodotto conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per le sue qualità non soltanto organolettiche, come scrive la Gazzetta del Sud in edicola, oltre alle nubi del maltempo se ne aggiungono altre, quelle delle polemiche e delle frizioni sorte tra il Consorzio di tutela, presieduto dal vibonese Pino Laria e quanti dallo stesso organismo sono stati estromessi. E così mentre la “rossa” prosegue nella sua scalata verso sempre più larghe fette di mercato, c’è chi ritiene – anzi denunci – che strada facendo il prodotto abbia perso uno requisiti più importanti, quello della storicità.

E così sotto accusa viene messa la modifica del disciplinare – che risale ormai all’8 aprile del 2016 – a cui ha dato il via libera il ministero delle Politiche agricole ma che secondo alcuni imprenditori agricoli del Vibonese, i quali non fanno più parte del Consorzio di tutela, attraverso l’allungamento, fra le altre cose, dei tempi di trapianto «esteso praticamente a tutto l’anno» avrebbe intaccato proprio la storicità del prodotto un tempo trapiantabile soltanto fino al 31 marzo. Inoltre la modifica di alcuni articoli del disciplinare avrebbe riguardato anche il confezionamento nel senso che «viene abolito quello in campo, già previsto dalla Comunità europea, costringendo le piccole imprese a munirsi di centri di lavorazione ad altissimi costi e senza alcun tipo di finanziamento o chiudere bottega».

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