Una famiglia media italiana, con un bimbo al nido, spende al mese 303 euro nell’anno in corso, +0,9% rispetto al 2018/19. I dati arrivano dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell’ambito del progetto «Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino», finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico e mostrano una Italia divisa su tariffe, posti disponibili, agevolazioni per le famiglie: al Nord si registrano le rette più alte, ma anche maggiori misure di agevolazione per le famiglie; il Sud invece più contenuto sui costi, seppur in aumento rispetto all’anno precedente, pecca sulla disponibilità di posti. La retta più alta è in Trentino Alto Adige, pari a 472 euro in media, quella più bassa in Molise, 169 euro. Le regioni settentrionali si caratterizzano per una spesa media per le famiglie più elevata, ma in decremento rispetto all’anno precedente, stabile la spesa al Centro e in aumento invece nelle regioni meridionali (+5,1%). Lecco è il capoluogo più costoso con 515 euro di spesa media a famiglia, Catanzaro il più economico con 100 euro. Ad Andria incremento boom del 105,5% (si passa dai 146 euro del 2018/19 ai 300 dell’anno in corso). A livello comunale, il 48% prevede esenzioni dal pagamento della retta per le famiglie in stato di disagio economico e già seguite dai servizi sociali. A livello regionale, dieci regioni quasi esclusivamente del Centro Nord (Emilia Romagna, FVG, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta) hanno emanato disposizioni per contenere o abbattere i costi a carico delle famiglie. In relazione alle Carte dei servizi, essa è presente nell’81% delle amministrazioni prese in esame, ma anche questo dato mostra molte discrepanze territoriali: la carta è assente nel 40% dei capoluoghi di provincia del Sud, nel 12,5% di quelli del Centro e nel 6% dei capoluoghi del Nord. Sono previsti strumenti per rilevare la soddisfazione delle famiglie nell’80% delle Carte dei servizi dei capoluoghi settentrionali, nel 67% di quelli dell’Italia centrale e nel 43% dei capoluoghi del Sud. Con riferimento al rapporto numerico fra educatori e bambini, le singole leggi regionali stabiliscono misure differenti: ad esempio, nella fascia 0-12 mesi si va da 1 educatore ogni 5 bambini in 8 regioni, ad 1/6 in sette regioni, 1/7 in due regioni, fino ad arrivare ad 1/8 in quattro regioni. Tutti i dati su tariffe, agevolazioni, qualità e tutela, per singolo capoluogo di provincia, sono disponibili sulla piattaforma interattiva INFORMAP al link www.cittadinanzattiva.it/informap. Da oggi online le informazioni sugli asili nido, a seguire sugli altri servizi pubblici locali: rifiuti, trasporti, acqua.