Provvedimenti «necessari ed assolutamente inderogabili», finalizzati alla prevenzione e alla gestione dell'emergenza da Covid-19, che però hanno messo in ginocchio le imprese dell'acconciatura e dell'estetica nel Vibonese e non soltanto. Un aspetto posto in evidenza dalla Confederazione nazionale artigiani (Cna) “Benessere e Sanità” che oltre a sottolineare l'emergenza che le imprese del settore in questi giorni sono chiamate a fronteggiare, mette il dito nella piaga dell'abusivismo. Infatti, in barba a decreti e regole il settore Benessere e Salute rischia di essere messo «ulteriormente in crisi - denunciano il presidente e il vice presidente di Cna “Benessere e Sanità”, Rosa Dumas e Michele D'Angelo - dall'ondata di parrucchieri, estetiste e barbieri abusivi che, approfittando della chiusura dei negozi, si recano a domicilio dai clienti. Si tratta di operatori irregolari - evidenziano - che sfuggono al controllo e alla vigilanza mettendo a rischio la salute delle persone che usufruiscono del “servizio” e delle persone attorno a loro». Una situazione che, a parere di Dumas e D'Angelo, richiede adeguati interventi. «È necessario, ora più che mai, tutelare chi resta a casa - sottolineano i due esponenti della Cna - non incentivare l'abusivismo, non accogliere chi lavora in nero a domicilio per effettuare un servizio non a norma e senza alcuna tutela per la salute». Al contempo Cna “Benessere e Sanità” ritiene quanto mai necessarie misure di sostegno, per far fronte al forte rallentamento dell'attività e al conseguente crollo del fatturato. «I 600 euro previsti come bonus dal decreto CuraItalia - spiegano - sono solo un palliativo, risorse insufficienti a proteggere il lavoro autonomo e le piccole e medie imprese particolarmente esposte alla gravità della situazione e agli inevitabili danni. Cna “Benessere e Sanità” auspica che venga finanziata la spesa corrente delle imprese oltre che una maggiore incisività delle misure a sostegno del lavoro autonomo».