Il sindaco di Tropea Giovanni Macrì s'aspettava decisamente qualcosa di più dal discorso in tv del premier Giuseppe Conte. «Non è arrivata nessuna indicazione certa - afferma - su come ripartire. Non hanno avuto il coraggio di una scelta, giusta o sbagliata che sia; la forza di decidere se l'aspetto sanitario debba prevalere su quello sociale. Non hanno, in sostanza, capito che c'è bisogno di individuare come mantenere le condizioni minime per vivere. Alla fine - prosegue - il rapporto Stato-Cittadini si incrina e la conseguenza non potrà che essere un malessere sociale non facile da arginare».
La fase 2, quindi, parte con palle di piombo al piede dell'Italia il cui destino sarà quello di continuare a zoppicare per chissà quanto tempo ancora. «Quello di Conte - sostiene Macrì - è stato un disperato spot propagandistico rivolto ad una popolazione stremata, fisicamente e mentalmente, dalle preoccupazioni e dalle pesanti privazioni di libertà; un tentativo di manipolazione mentale che, ahinoi, non servirà a chiarire, soprattutto agli operatori economici e agli amministratori locali, cosa accadrà, fin dove ci si potrà spingere, cosa si dovrà fare se qualcosa dovesse andare storto. Di certo «non si darà risposta - continua - al banalissimo quesito: turismo sì o turismo no?».
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